giovedì 26 dicembre 2013

ADY. SINDROME DA RICORDO


 SINDROME DA RICORDO

'L'Ottimista nasce in piedi, di sette mesi o poco prima,
ha la camicia pronta e già stirata, e la mascella volitiva,
è un ottimista, dall'aria vagamente socialista, e poi non sbaglia mai yeah, non sbaglia mai yeah...'.
Radiosa quella mattina nell'immenso spazio di Pian di Massiano, a dir la verità l'anno, il 1984, non fu  uno di quegli anni che segnano un epoca, ma per me, fu un anno importante.
La purezza della gioventù, la mancanza di malizia nello sguardo diretto e pulito di un amico dalla carnagione più chiara della mia, i suoi occhi sinceri in un volto biondo rossiccio, apertissimo ed amichevole, il suo accento toscano, ed un aria limpida e tersa, fecero il miracolo di stati d'animo pieni ed intensi, di un amicizia che poteva diventare fraterna ma che si interruppe sul nascere, come una magnifica aurora oscurata all'improvviso da grossi cumuli grigi e neri.
Sindrome da ricordo, il malessere quasi fisico  del dolore provocato dall'inafferrabilità di una esperienza troppo bella o troppo intensa, impossibile da ripetere, perfino da ricordare. La crescente distanza temporale, ingigantisce la visione d'insieme a scapito dei particolari che via via si fanno sempre più sfumati, fino a diventare insignificanti. Quella mattina radiosa e felice, in pieno autunno, fu l'apice di un periodo magico durato troppo poco. Desolante fu invece il tentativo di rievocarlo, proprio con l'amico che fu la persona-simbolo di quel momento gagliardo e spensierato.
Successe anche con un altro amico, certo meno importante e in fondo più prosaico, di un periodo molto breve, qualche giorno prima dell'inizio del periodo magico succitato.
Ma la vera cifra di una amicizia, la si scopre con disarmante facilità, proprio nelle emozioni provate dall'altro. Il mio più grande amico di sempre, non aveva certo bisogno di parole, ricordi e situazioni, per esternare la sua amicizia, l'attaccamento e la sintonia reciproca.
Una certa superficialità contraddistingue sempre un amicizia da quattro soldi da una vera e fraterna. L'errore di valutazione non è solo frutto di una  mitizzazione fuori luogo, ma anche di una tensione emotiva esagerata verso persone ed avvenimenti tutto sommato, spiccioli.
  ( Camillo Catellani, 22 Novembre 2012 Mattina )

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