domenica 1 dicembre 2013

ABX. SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO - APPELLO N.3



   ATTENZIONE
RIPETO: ATTENZIONE


 TRASMETTIAMO SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO

 

   APPELLO NUMERO TRE


Delle volte, ho voglia di spaccare tutto attorno a me,
gli oggetti miei e quelli dei miei cari
gli affetti più stretti, mi rendo conto,
mi hanno soffocato, reso un impotente, un inetto.

Il desiderio di strappare, lacerare, mordere, percuotere
batter di mano, villaneggiare chi al mattino 
cordialmente mi saluta, prendere a calci i bimbi
del quartiere, fare sgambetti ai corridori, toglier
la corda ai giuocatori di bandiera per vederli 
capitolare a terra e farsi male di brutto.

Pensieracci che mi avvisano della crisi in arrivo,
le mie mani si riscaldano, diventano bluastre
certe volte immagino mi vengano le stigmate,
ma di sacro questo mio maligno castigo
non ha nulla.

Unica consolazione, i miei due gattini, che stranamente
non vengono minimamente scalfiti dalla terribile
potenza distruttice delle mie manasse acide:
salgono sul mio corpo, mentre piango, mi giocano
e mi rassereno, la crisi a volte, la supero senza provocare
danni.

Allora il pianto negro di disperazione, si cangia in un pianto
più dolce, rabbonito, come una giornata di pioggia estiva
all'improvviso, rasserena.

Pensare, da bambino, mi affascinava terribilmente,
stranamente, il disegno di due mani che venivano
bucate dal liquido contenuto nei recipienti di plastica
di acqua distillata, che mio padre teneva nella cabina
del suo camion che guidava nella massacrante tratta
Abissinia-Gorkij.
Con un pò di timore, aprivo di nascosto il contenitore
sporco ed unto di nafta e grasso, e lasciavo cadere
sulla pelle dal dorso della mano sinistra, qualche 
goccia: ovviamente non succedeva alcunchè,
l'acqua distillata è assolutamente innocua, si sà,
eppure io, eccitato dall'esperienza segreta, sentivo
un flebile formicolio...
Ma dei buchi tipo gruviera nella mano, neanche l'
ombra, ed allora tornavo a guardare la figura
immaginando ipotetiche mani che venivano crivellate
da liquidi fortemente corrosivi, tanto forti da riuscire
a vedere attraverso il foro provocato dalla terribile
corrosione...

Il poliziotto guardò con orrore le mie mani passare
repentinamente dal color carne al blu violaceo,
ed agitarsi internamente come attraversate da strane
correnti nelle vene e nelle arterie.
Istintivamente estrasse la pistola d'ordinanza...
e, avesse voluto il cielo, m'avesse sparato in fronte,
od al cuore.
Invece esitò, la visione lo terrorizzò a tal punto, che
come ipnotizzato, come in uno stato di trance, mi 
passò l'arma...

Che nel giro di pochi istanti, letteralmente, si squagliò
sotto i nostri occhi, come fosse stata di cioccolato
riscaldato e fuso in un pentolino sul fornello.

   ( Camillo Catellani; 1* Marzo 2013 Sera)

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