mercoledì 25 dicembre 2013

ADT. LENIN A ZURIGO


 LENIN A ZURIGO


Si sta bene, sotto le coperte d'inverno
di sera, dalla radio in Onde Medie
la musica jazz rilassa le membra.

Non offenderti, donna mia donna
se ti dico delle tue corte e tozze membra.
Lenin a Zurigo mi fà compagnia.

Tu ancora e sempre, fino a tardi
davanti alla TV, io a letto ascolto
la radio.

Non ho nessuna nostalgia dell'URSS
tantomeno della Cecoslovacchia
che tu ignorante chiamavi Cecoslavia.

Ma come ricordo bene il viaggio fatto
nel 74, con te, come eri bella
e quanto eri diversa, a Praga.

Adesso, a 50 anni suonati, con i tuoi
capelli a caschetto rossi, sembri un altra
sulla sommità del capo, si notano i fili bianchi, sai...

E smetti di mangiucchiarti le nocche delle dita
togli quegli occhiali da sole portati anche di sera
lascia respirare la pelle delle gambe.

I peli bianchi e neri sul mio petto di gorilla
non mi fanno nè caldo nè freddo, figurati
se mi passa per la testa di tingerli.

Ma tu sei una donna, donna
e da donna hai le tue esigenze
io mi tengo Lenin a Zurigo.

Qualche volta, mentre ascolto la radio
in salotto, in solitudine, scosto un po'
la tenda e guardo fuori, il mondo.

La città dopo mezzanotte è più bella,
dalla Filoduffusione note di pianoforte:
meglio indossare le cuffie.

Passano gli anni, tu già dormi, ma io
ti amo, ti ho presa come sei
com'eri quando ti conobbi.

Quando ti conobbi, tanto tempo fà
non eri molto diversa, mi piacevi
perchè eri brutta, ma ti amavo subito.

Un amore rapido e violento, dolce e originale
come erano i tuoi occhioni neri
i tuoi capelli a caschetto, corvini, però.

Ora, gente che non teme il freddo
guarda il cielo di notte mentre cadono
stelle filanti e coriandoli di vetro.

            ( Camillo Catellani; 9 Febbraio 2013 Notte )


























 

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