giovedì 5 dicembre 2013

ACL. NELLA NEBBIA - 1 - (SEDICI ANNI)


  NELLA NEBBIA - 1 - (SEDICI ANNI)

La legna si consuma.
Esco, nello stanzino della casipola adiacente la mia casa,
è stata messa legna.
La domenica mattina è fredda, nebbia tutto attorno
cade sulla regione intirizzita, assonnata, silente.
L'umidità mi attraversa, cammino come dentro
una nuvola molto bassa.
La fida tabacchiera, per nasare ogni tanto,
l'allegria della mia giovane età, il ricco pranzo
che madre e nonna stan mettendo in tavola,
le galline gironzanti, chiacchierano vispe tra loro,
mi piacerebbe capire cosa si dicono.
Un pò più in là, le terre si distendono a vista d'occhio,
ampia pianura, sotto le montagne del Gran Sasso,
tutta verde d'erba, colture invernali, ed è mezzodì.
Resto in piedi, ritto come un fuso, immobile,
rigido, il sole ha dissolto la nebbia, il freddo lascia
il posto ad un tepore dolce; ammiro estasiato
il verde dei campi, che mi circondano, mi sento
bene come non mai.
Mi torna in mente una canzone, la canzone nuova
di qualche settimana prima; i miei amici ora sono
lontani, fanno altre cose, vivono altre situazioni,
io sono un previlegiato, loro non lo sanno,
mi ignorano, non pensano, non scrivono,
non leggono, ma vivono.
Io, non vivo.
Gli olii essenziali, profumatissimi, pregiati,
acquistati per i Morti, a Perugia, nei banchi
degli indiani ''de 'Zena'', l'incenso Vathika,
tutto là, nella mia stanza, ricordi minimi
ma preziosi, fascinazioni spicciole
di luoghi esotici.
E mentre io non vivo, cresce in me la voglia
di farlo, stupida età di false credenze,
perchè io vivevo alla grande, non in modo
superficiale, come i miei vivissimi coetanei,
in fondo stupidi, privi di profondità.
Ora, il pomeriggio degli incontri alla radio,
trascorre sereno, la Cremonese in Serie A,
per la prima volta, il grigio attorno a me,
e, dentro me, il rosso di una vita accesa.
Rosso che si fà vivissimo, di sera, nel
focolare del Castello dei cari zii,
mentre su Teramo ora pioviggina
fino fino ed il freddo attanaglia le gambe
sotto i jeans.
Torno a casa a piedi, cammino spedito,
fumando una cicca inglese.
Cercando la vita, quell'anno, in altra gente,
la trovai in me, in modo naturale.
Di sera, nella mia stanza, di notte
nel sogno, la gioventù all'apice
dirompente, senza più confini, alle volte
un pò balorda, strafottente, arrogante
ma VIVA!

  ( Camillo Catellani; 5 Dicembre 2013 Mattina )



Piove pioveeee
'e gaïne fan ë oveee
l'uselin de la comareee...

































































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