SILENZIO
Nella antica villa abbandonata, infestata d'erbacce e spine, gli spetri e le fantasime giocavano a rincorrersi nelle tetre ed umide stanze oramai spoglie e abbandonate. La mia casa, vicina, subiva nefaste influenze da quel maniero cupo e solitario. Le giornate passavano lente e grevi, aleggiava un non so che di arcano, eppure io non andavo via da quella casa che amavo, e le chiacchiere, le dicerie, su presunti abitanti dell'oltretomba infestanti la villa vicina, non mi infastidivano. Come sapevo, per diretta esperienza, quanto più pericolosi fossero i vivi! Nella mia casa, nel lunghi pomeriggi, regnava una dolce malinconia che si quetava di sera con l'accensione delle luci di strada e del televisore.
( Camillo Catellani, 22 Novembre 2012 Mattina )
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