ATTENZIONE
RIPETO: ATTENZIONE
TRASMETTIAMO SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO
SESTO ED ULTIMO APPELLO
Sono stato io.
A buttar giù l'intero ospedale
della città dove stavo di carcere.
Evasione facile, fuga a piedi,
caduta in una strada di periferia
fangosa e umida, ricerca dell'ospedale,
lastra ed uccisione dello Sbaffo,
mio mortale nemico.
Prima, con il mio tocco irresistibile,
ho vaporizzato la Sala Radiografie,
e con essa, l'odiato Sbaffo, mio
malfattore.
Quindi, come in una reazione a catena,
si è liquefatto l'intero ospedale.
Ma sono di nuovo in fuga, pur se nessuno,
chiaramente, osa avvicinarmi.
Hanno provato perfino con il bazooka,
ieri mattina, ma è stato tutto inutile,
il proiettile già a due metri da me,
si era dissolto, per via delle esalazioni
invisibili ma terribili e delle radiazioni
che emetto...
Vi lascio il mio ultimo appello,
la mia voce, spero che la riconoscerete.
Vi parlo in uno stato psico-fisico
penoso, la mia gran forza di volontà
mi ha lasciato definitivamente,
la potenza di corrosione delle mie
mani, estesa ormai a tutto il corpo,
è di miliardi di volte più potente
dell'acido solforico per uso tecnico.
Non posso più dormire, riposare:
se mi stendo per terra, dopo pochi minuti
inizia la corrosione, e sprofondo di
diversi centimetri al minuto.
Non posso neanche dormire in piedi,
come i cavalli, la corrosione dei
piedi è meno potente di quella
delle mani, ma è pur sempre una
forza micidiale, dopo un pò sprofondo,
e debbo per forza ricominciare a muovermi.
Ma sento che la vita mi abbandona,
l'enorme energia che si accumula in me
da quel maledetto gennaio di due anni fà,
ha toccato gli organi interni che
si liquefanno da qualche ora.
Sono completamente insensibile al dolore,
ma non è un gran sollievo.
La mia ultima tappa è il ponte che collega
le due città, abitate da gente ostile,
che non mi ha mai amato.
Un ponte che collega le novelle Sodoma
e Gomorra, un opera ciclopica, colossale,
costata quindici anni di lavoro, ed
un mare di soldi.
Ecco, sto per toccare una colonna portante
di questa struttura interamente metallica,
automobili, treni e pedoni: è l'ora
di punta, la mia vendetta sarà tremenda!
Il vuoto sotto il ponte: quaranta metri
prima di inabissarsi nell'Oceano, con il
freddo che fà, ed il mare agitato sarà
un gran bello spettacolo, come minimo
periranno duecento individui, ma ecco,
ho appena toccato con le mani il
pilone d'acciaio; la mia potenza è
strabiliante, vedo la corrosione
salire verso l'alto come una miccia
accesa, irresistibilmente,
inesorabilmente!
FINE
( 20 Dicembre 2013 Mattina )
RIPETO: ATTENZIONE
TRASMETTIAMO SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO
SESTO ED ULTIMO APPELLO
Sono stato io.
A buttar giù l'intero ospedale
della città dove stavo di carcere.
Evasione facile, fuga a piedi,
caduta in una strada di periferia
fangosa e umida, ricerca dell'ospedale,
lastra ed uccisione dello Sbaffo,
mio mortale nemico.
Prima, con il mio tocco irresistibile,
ho vaporizzato la Sala Radiografie,
e con essa, l'odiato Sbaffo, mio
malfattore.
Quindi, come in una reazione a catena,
si è liquefatto l'intero ospedale.
Ma sono di nuovo in fuga, pur se nessuno,
chiaramente, osa avvicinarmi.
Hanno provato perfino con il bazooka,
ieri mattina, ma è stato tutto inutile,
il proiettile già a due metri da me,
si era dissolto, per via delle esalazioni
invisibili ma terribili e delle radiazioni
che emetto...
Vi lascio il mio ultimo appello,
la mia voce, spero che la riconoscerete.
Vi parlo in uno stato psico-fisico
penoso, la mia gran forza di volontà
mi ha lasciato definitivamente,
la potenza di corrosione delle mie
mani, estesa ormai a tutto il corpo,
è di miliardi di volte più potente
dell'acido solforico per uso tecnico.
Non posso più dormire, riposare:
se mi stendo per terra, dopo pochi minuti
inizia la corrosione, e sprofondo di
diversi centimetri al minuto.
Non posso neanche dormire in piedi,
come i cavalli, la corrosione dei
piedi è meno potente di quella
delle mani, ma è pur sempre una
forza micidiale, dopo un pò sprofondo,
e debbo per forza ricominciare a muovermi.
Ma sento che la vita mi abbandona,
l'enorme energia che si accumula in me
da quel maledetto gennaio di due anni fà,
ha toccato gli organi interni che
si liquefanno da qualche ora.
Sono completamente insensibile al dolore,
ma non è un gran sollievo.
La mia ultima tappa è il ponte che collega
le due città, abitate da gente ostile,
che non mi ha mai amato.
Un ponte che collega le novelle Sodoma
e Gomorra, un opera ciclopica, colossale,
costata quindici anni di lavoro, ed
un mare di soldi.
Ecco, sto per toccare una colonna portante
di questa struttura interamente metallica,
automobili, treni e pedoni: è l'ora
di punta, la mia vendetta sarà tremenda!
Il vuoto sotto il ponte: quaranta metri
prima di inabissarsi nell'Oceano, con il
freddo che fà, ed il mare agitato sarà
un gran bello spettacolo, come minimo
periranno duecento individui, ma ecco,
ho appena toccato con le mani il
pilone d'acciaio; la mia potenza è
strabiliante, vedo la corrosione
salire verso l'alto come una miccia
accesa, irresistibilmente,
inesorabilmente!
FINE
( 20 Dicembre 2013 Mattina )
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