giovedì 26 dicembre 2013

ADY. SINDROME DA RICORDO


 SINDROME DA RICORDO

'L'Ottimista nasce in piedi, di sette mesi o poco prima,
ha la camicia pronta e già stirata, e la mascella volitiva,
è un ottimista, dall'aria vagamente socialista, e poi non sbaglia mai yeah, non sbaglia mai yeah...'.
Radiosa quella mattina nell'immenso spazio di Pian di Massiano, a dir la verità l'anno, il 1984, non fu  uno di quegli anni che segnano un epoca, ma per me, fu un anno importante.
La purezza della gioventù, la mancanza di malizia nello sguardo diretto e pulito di un amico dalla carnagione più chiara della mia, i suoi occhi sinceri in un volto biondo rossiccio, apertissimo ed amichevole, il suo accento toscano, ed un aria limpida e tersa, fecero il miracolo di stati d'animo pieni ed intensi, di un amicizia che poteva diventare fraterna ma che si interruppe sul nascere, come una magnifica aurora oscurata all'improvviso da grossi cumuli grigi e neri.
Sindrome da ricordo, il malessere quasi fisico  del dolore provocato dall'inafferrabilità di una esperienza troppo bella o troppo intensa, impossibile da ripetere, perfino da ricordare. La crescente distanza temporale, ingigantisce la visione d'insieme a scapito dei particolari che via via si fanno sempre più sfumati, fino a diventare insignificanti. Quella mattina radiosa e felice, in pieno autunno, fu l'apice di un periodo magico durato troppo poco. Desolante fu invece il tentativo di rievocarlo, proprio con l'amico che fu la persona-simbolo di quel momento gagliardo e spensierato.
Successe anche con un altro amico, certo meno importante e in fondo più prosaico, di un periodo molto breve, qualche giorno prima dell'inizio del periodo magico succitato.
Ma la vera cifra di una amicizia, la si scopre con disarmante facilità, proprio nelle emozioni provate dall'altro. Il mio più grande amico di sempre, non aveva certo bisogno di parole, ricordi e situazioni, per esternare la sua amicizia, l'attaccamento e la sintonia reciproca.
Una certa superficialità contraddistingue sempre un amicizia da quattro soldi da una vera e fraterna. L'errore di valutazione non è solo frutto di una  mitizzazione fuori luogo, ma anche di una tensione emotiva esagerata verso persone ed avvenimenti tutto sommato, spiccioli.
  ( Camillo Catellani, 22 Novembre 2012 Mattina )

ADX. SILENZIO


 SILENZIO

Nella antica villa abbandonata, infestata d'erbacce e spine, gli spetri e le fantasime giocavano a rincorrersi nelle tetre ed umide stanze oramai spoglie e abbandonate. La mia casa, vicina, subiva nefaste influenze da quel maniero cupo e solitario. Le giornate passavano lente e grevi, aleggiava un non so che di arcano, eppure io non andavo via da quella casa che amavo, e le chiacchiere, le dicerie, su presunti  abitanti dell'oltretomba infestanti la villa vicina, non mi infastidivano. Come sapevo, per diretta esperienza, quanto più pericolosi fossero i vivi! Nella mia casa, nel lunghi pomeriggi, regnava  una dolce malinconia che si quetava di sera con l'accensione delle luci di strada e del televisore.
   ( Camillo Catellani, 22 Novembre 2012 Mattina )


ADW. MA CI PENSI...


 MA CI PENSI...


Ad una donna che ti piglia per quel che fai  per quel che sei, senza volere nulla,  nessun foglietto da cinquanta euro ad ogni bacio dato, nessun regalo fasullo.
Ad un amico che ti segue ovunque, fidato,  sempre pronto ad aiutarti quando sei nei guai; mano ferma e forte ad attaccare il rimorchio  al camion senza tremare.
Ad un autunno di pioggia e vapori, vento teso castagne saporite e caki morbidi sugosi, melloni acquosi e dolci bianchi striati di rosso.
Ma ci pensi, ad avere tanti soldi da poterne fare a meno, essere poveri con solo mezzo euro in tasca ed essere felici.
Ma ci pensi, o non ci pensi, talvolta?

   ( Camillo Catellani, 1° Dicembre 2012 Mattina )

mercoledì 25 dicembre 2013

ADV. MEGLIO NON PENSARE



  MEGLIO NON PENSARE


Alla fine di una giornata vuota e senza senso,
tra noie ricorrenti ed abitudini inveterate,
tornare a case delusi e frastornati.
Meglio non pensarci, meglio non pensare.

Alla fine di una giornata di lavoro massacrante,
le mani sporche ed unte, la barba lunga, i piedi caldi,
tornare a casa disgustati dal mondo sempre ostile.
Meglio non pensare, meglio non pensarci.

Al termine di una giornata serena e spensierata,
passata con amici e famigliari,
accorgersi che l'allegria era forzata, la serenità
odio profondo, ed incomunicabilità, andare a letto
e non pensare a niente, spegnere la luce e 
addormentarsi, per sonni senza sogni e senza angoscia.


          ( Camillo Catellani; 5 Dicembre 2012 Notte )

ADU. PER SEMPRE SCRIVERE


 PER SEMPRE SCRIVERE


Scrivere mantiene giovani, dilata gli spazi
amplia gli orizzonti.
Uscire, andare, viaggiare, guardare, osservare
giudicare libera la mente, ossigena lo spirito,
rinfranca i sorrisi; e poi, poi,  si riposa.

Per sempre scrivere, giovani e liberi,
belli ed innamorati della vita, l'affetto infinito
dell'amicizia.
L'amore per la tua donna, la sigaretta fumata
in cucina nell'ora del caffè; una mano calda
nella mano, i sorrisi, le amiche della moglie,
il discorrere sereno, la simpatia.

Cuore della penna di pastoso inchiostro nero,
cuore di bambolo biondo, il bebè nella culla.
Chi lavora inginocchiato vicino al muretto,
un operaio in tuta sta riparando una strada,
l'aria dicembrina è gelida ma c'è un bel sole
che riscalda la pelle scoperta delle braccia.

Per sempre vivere: se la penna non pesa,
si può volare senza muoversi da terra,
si può andare stando fermi, una sedia
un tavolino ed un pezzetto di carta qualsiasi.
Nel grosso scatolo di latta, le salacche sotto sale
spandono aromi e colori cangianti; senti l'odore
del mare e del porto di Giulianova, in autunno
sotto la pioggia fredda e persistente; sulle onde
a largo, intravedere un fosco lucore famigliare:
sono i pescherecci che vanno a gettare le reti.
Lampade blu e verdi si allontanano lentamente.

 ( Camillo Catellani; 11 Dicembre 2012 Mattina )

ADT. LENIN A ZURIGO


 LENIN A ZURIGO


Si sta bene, sotto le coperte d'inverno
di sera, dalla radio in Onde Medie
la musica jazz rilassa le membra.

Non offenderti, donna mia donna
se ti dico delle tue corte e tozze membra.
Lenin a Zurigo mi fà compagnia.

Tu ancora e sempre, fino a tardi
davanti alla TV, io a letto ascolto
la radio.

Non ho nessuna nostalgia dell'URSS
tantomeno della Cecoslovacchia
che tu ignorante chiamavi Cecoslavia.

Ma come ricordo bene il viaggio fatto
nel 74, con te, come eri bella
e quanto eri diversa, a Praga.

Adesso, a 50 anni suonati, con i tuoi
capelli a caschetto rossi, sembri un altra
sulla sommità del capo, si notano i fili bianchi, sai...

E smetti di mangiucchiarti le nocche delle dita
togli quegli occhiali da sole portati anche di sera
lascia respirare la pelle delle gambe.

I peli bianchi e neri sul mio petto di gorilla
non mi fanno nè caldo nè freddo, figurati
se mi passa per la testa di tingerli.

Ma tu sei una donna, donna
e da donna hai le tue esigenze
io mi tengo Lenin a Zurigo.

Qualche volta, mentre ascolto la radio
in salotto, in solitudine, scosto un po'
la tenda e guardo fuori, il mondo.

La città dopo mezzanotte è più bella,
dalla Filoduffusione note di pianoforte:
meglio indossare le cuffie.

Passano gli anni, tu già dormi, ma io
ti amo, ti ho presa come sei
com'eri quando ti conobbi.

Quando ti conobbi, tanto tempo fà
non eri molto diversa, mi piacevi
perchè eri brutta, ma ti amavo subito.

Un amore rapido e violento, dolce e originale
come erano i tuoi occhioni neri
i tuoi capelli a caschetto, corvini, però.

Ora, gente che non teme il freddo
guarda il cielo di notte mentre cadono
stelle filanti e coriandoli di vetro.

            ( Camillo Catellani; 9 Febbraio 2013 Notte )


























 

sabato 21 dicembre 2013

ADS. αραβική ποίηση


αραβική ποίηση

Έρχομαι από μακριά
η πόλη μου είναι πολύ μεγάλο
είναι στις παλάμες της ερήμου
Τρώω μαύρο ψωμί με ημερομηνίες.

Τη νύχτα εγώ κοιμάμαι μόνη
Ξυπνάω το πρωί για να προσευχηθούν
όταν οι πινελιές του ήλιου
το δέρμα μου άρωμα.

Δεν έχω έναν σύντροφο μαζί μου
δεν είναι φίλος, ούτε μια καμήλα.
Δεν έχω αποσκευές.
Θα προσκυνήσετε στο Θεό μου

     (1 Απριλίου 2012)

ADR. अरबी कविता

  
 अरबी कविता

टाढा बाट आउने
मेरो शहर धेरै ठूलो
मरुभूमि थप्पड मा
तिथिहरु कालो रोटी खाने

राती एक्लै सुत्न
प्रार्थना बिहान उठ
जब सूर्य छू
मेरो छाला सुगंधित

मेरो साथ एक साथी छैन
मित्र होइन, न त उँट
कुनै सामान
मेरो परमेश्वरको सामु घोप्टो

     (2012 अप्रिल 1)

ADQ. GABAYADA CARABI

Gabayada Carabi

Ayaan meel fog ka iman
magaalada waa mid aad u ballaaran
Waa in calaacalaha oo lamadegaanka
I kibis cuno madow leh taariikhaha.

Habeenkii ayaan keligaa seexan
Waxaan u toosto subixii inuu ku tukado
marka dhunkasho qorraxda
my maqaarka waxyaabaha udugga leh.

Ma leedahay saaxiibka ula meh
ma saaxiib, mana neef geel ah.
Waxaan haystaa boorsooyinka jirin.
I genuflect si Ilaahayow

     (1-dii April 2012)

ADP. Oríkì kan ti a ti Musulumi



  Oríkì kan ti a ti Musulumi

Mo wa lati jina kuro
mi jẹ ilu nla
jẹ ni asale ọpẹ
Mo je dudu akara pẹlu ọjọ.

Ni alẹ Mo ti sun nikan
Mo ji soke ni owurọ lati gbadura
nigbati oorun ifẹnukonu
mi ara dan fanila.

Emi ko ni obirin kan pẹlu mi
ko ọrẹ kan, tabi kan rakunmi.
Mo ni ko eru.
Mo teriba si Ọlọrun mi

     (1st Kẹrin 2012)

ADO. شعر عرب


 شعر عرب

من از دور دست آمد
شهرستان من بسیار بزرگ است
است در کف دست کویر
من نان سیاه و سفید با تاریخ خوردن.

در شب من خواب تنها
من از خواب بیدار در صبح به دعا
وقتی که بوسه خورشید
پوست من عطر و طعم.

من همدم با من ندارد
نه دوست، نه شتر.
من هیچ توشه.
به خدا من زانو خم کردن

     (2012 آوریل 1)

ADN. LA VERITA' (Civiltà)

LA VERITA'  (Civiltà)


Sotto un cielo brumoso,
poi plumbeo,
infine nerastro,
infieriscono le campane
della chiesa vicina,
ed annego miseramente
nelle mie paure
debolezze e vigliaccherie.

Attorno a meh,
non vedo però eroi
altri cerei fantasmi
uomini e subumani
un tempo scimmie felici
di possedere una banana.

   ( Maggio 2012 )

ADM. E VËRTETA


E VËRTETA 


Nën një qiell mjegullt,
Pastaj plumbi,
më në fund i zi,
këmbanat bujë
e kishës fqinje,
dhe mbytem pa fat
tmerret e mia
dobësi dhe frika.

Rreth meje,
Por unë nuk e shoh heronj
fantazmat e tjera dylli
burrat dhe subhuman
dikur ishin
majmunët lumtur
të mbajnë një banane.

    (Maj 2012)

venerdì 20 dicembre 2013

ADL. Популарни жена


Популарни жена


Ти си лепа
Свиђа ми се
али не волим.

Сарадост
искуства
нови и витални
модерна жена.

Дона популаран
без кафе
постоји чоколада
нема вотка.

Али ти послужити кампари
фиксни са ледом
Мој додир руке
са мисли.

Ја бих да те загрлим
држите ви јак
кукови
пољубац у образ.

Као што сте осетити емитује
бесмртници на грчки
Одлазим
драго нисам
припадају вама.

              (Јануар 2006)

ADK. SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO - VI

   ATTENZIONE

RIPETO: ATTENZIONE


 TRASMETTIAMO SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO

 

   SESTO ED ULTIMO APPELLO


Sono stato io.

 A buttar giù l'intero ospedale
della città dove stavo di carcere.
Evasione facile, fuga a piedi,
caduta in una strada di periferia
fangosa e umida, ricerca dell'ospedale,
lastra ed uccisione dello Sbaffo,
mio mortale nemico.

Prima, con il mio tocco irresistibile,
ho vaporizzato la Sala Radiografie, 
e con essa, l'odiato Sbaffo, mio
malfattore.
Quindi, come in una reazione a catena,
si è liquefatto l'intero ospedale.
Ma sono di nuovo in fuga, pur se nessuno,
chiaramente, osa avvicinarmi.
Hanno provato perfino con il bazooka,
ieri mattina, ma è stato tutto inutile,
il proiettile già a due metri da me,
si era dissolto, per via delle esalazioni
invisibili ma terribili e delle radiazioni
che emetto...

Vi lascio il mio ultimo appello,
la mia voce, spero che la riconoscerete.

Vi parlo in uno stato psico-fisico
penoso, la mia gran forza di volontà
mi ha lasciato definitivamente,
la potenza di corrosione delle mie
mani, estesa ormai a tutto il corpo,
è di miliardi di volte più potente
dell'acido solforico per uso tecnico.
Non posso più dormire, riposare:
se mi stendo per terra, dopo pochi minuti
inizia la corrosione, e sprofondo di
diversi centimetri al minuto.
Non posso neanche dormire in piedi,
come i cavalli, la corrosione dei
piedi è meno potente di quella
delle mani, ma è pur sempre una
forza micidiale, dopo un pò sprofondo,
e debbo per forza ricominciare a muovermi.
Ma sento che la vita mi abbandona,
l'enorme energia che si accumula in me
da quel maledetto gennaio di due anni fà,
ha toccato gli organi interni che
si liquefanno da qualche ora.
Sono completamente insensibile al dolore,
ma non è un gran sollievo.
La mia ultima tappa è il ponte che collega
le due città, abitate da gente ostile,
che non mi ha mai amato.
Un ponte che collega le novelle Sodoma
e Gomorra, un opera ciclopica, colossale,
costata quindici anni di lavoro, ed
un mare di soldi.
Ecco, sto per toccare una colonna portante
di questa struttura interamente metallica,
automobili, treni e pedoni: è l'ora
di punta, la mia vendetta sarà tremenda!
Il vuoto sotto il ponte: quaranta metri
prima di inabissarsi nell'Oceano, con il
freddo che fà, ed il mare agitato sarà
un gran bello spettacolo, come minimo
periranno duecento individui, ma ecco,
ho appena toccato con le mani il
pilone d'acciaio; la mia potenza è
strabiliante, vedo la corrosione
salire verso l'alto come una miccia
accesa, irresistibilmente,
inesorabilmente!

       FINE

    ( 20 Dicembre 2013 Mattina )





























 

lunedì 16 dicembre 2013

ADJ. 父亲和女儿


 父亲和女儿



有一个女儿
他有两个黑色的眼睛
所谓鲻鱼
而且因为它也是不错的
所谓美丽的鲻鱼

父亲和女儿
他们艺术
他说你一至五
他们有他们全部睫毛
小型和大型的父亲的女儿

中国人生活幸福美满
喂食草药和根茎
有点米饭带着几分
父亲变老,女儿长大

不断地告诉
这个故事有点笨
几个月几年能唱
没有更何况,如果遗忘;
但在此期间,父亲去世
和女儿获得的荣誉
并为您提供充足的勇气
奶酪面包测试
还有上面一点点酒
美丽的中国漂亮宝贝
并呼吁勇气之星
因为他是面包的儿子
奶酪

知道,我知道,那是一个愚蠢的童话,
在那里所有的废话
使得即使
但是,中国现在是我的妻子
面包和奶酪
带走所有的渴望。

              2007年2月

ADI. Даже для него, смерть


 Даже для него, смерть


Мертвое как пень на дне
отверстие на краю дороги.

Провинциальная туманное мало движения
несколько автомобилей в день.

Планировка Вальтер Гобби
нет прилагательное достойна его.

В нечистоте, и смерть
взял его тайно.

Так как только способен позора
не обратил внимания на любой работе, никогда.

Скажи мне, просто скажи мне, что он сделал
в его 58 лет ...

Было установлено, случайно выйти за рамки
прыгнул внутрь, он почувствовал мокрую траву.

Он любил один метр под землей
когда он почувствовал первый приступ.

Тогда второй ресниц
разорвал сердце, открывая его.

Они нашли его на спине,
руки напряглась.

С пеной у рта
мухи на его лице.

Ноги свернувшись
руки сжались.

Два глаза огромное
глядя в небо.

Ужасающее смерть
падали.

           (Ноябрь 2006 года)

ADH. Электросталь


Электросталь


Сегодня вечером моя любовь
TI не подходят.
Кажется странным,
этот больной мир.
В ту ночь
мы обнаружили вместе
только что закончил
копать ...

                            (Декабрь 2006)

 

ADG. электрон-вольт


 электрон-вольт


Огромный радиоприемник
Nordmende многополосный
на тумбочке
Абель выглянул наружу.

Из стекла, тяжелая
серьезно посмотрел потерял,
на седьмом этаже
посмотрел на заводах.

Огромные промышленности,
серый и темно;
сияли красную звезду,
единственная звезда города.

В постели Авеля
Мириам светило
кожей брюнетка
немного больше, чем у ребенка.

Абель двадцать девять,
она тринадцать,
там не будет ездить,
все возможно.

Город производства,
Доменные печи и шахты,
производственники,
рабочей силы турецкой и греческой.

Абель дикое мясо.
производственные мастерские.
не остановить цепь.
боль пройдет.

В ночное время, от 153 кГц.
рев шума
промышленное будущее,
молотки озон.

В ночь Кадам,
с женой,
двадцать лет,
государство присвоило ему.

Не проходите мимо ангелов,
в небе всегда серый,
при полной токарных скорости,
и чресла Авеля.

           (Ноябрь 2006 года)

ADF. жалкий


жалкий


Я говорю, как женщина.
Видел начало
Ваш разрыв
сидеть волосатые.

Я знаю, где вы живете Сарина
ты сука
всегда
но ты не даешь мне.

Сутенер ребенка,
от огромной грудью,
толстяк
не ночью.

вонь обезьяна
плачет в комнате
рваные края
Свинина-бабуин.

        (Ноябрь 2006 года)

ADE. रवि


 रवि


सूरज फट
मेरे चेहरे पर.
प्रकाश और गर्मी
अनंत काल.
मैं वापस बच्चा हो जाएगा
दादा - दादी के बीच.
फोड़ जलने
जीवन शक्ति.
भारी लग रहा
हो.
अभी भी हो
जाने के लिए, रहते हैं.
सूरज फट
मैं बंदरों में सुना है,
बंदरों खेलना
नि: शुल्क, सूरज में.

sabato 14 dicembre 2013

ADA. ALCAMO

ALCAMO


Il pomeriggio rovente
con Marsala e Drepanòn,

lontane,
passavamo io ed un amico
il giorno
nel silenzio giocondo
di Alcamo.

La terra rossa bruciante
i miei passi stancati
l'afa opprimente
Malta gialla era distante
mentre vicina a noi
era Alcamo.

Lo sguardo assonnato
di Crocifisso La Rosa
mi guatava ridente
nel 1975.

              ( Giugno 2005 )

ACZ. الكامو

الكامو


بعد ظهر يوم حار
مع مارسالا و تراباني
بعيدة،
مرت لي وصديقا
يوم
في صمت بهيجة
الكامو.

حرق الأرض الحمراء
قدمي متعب
والقمعية الحرارة
وكانت مالطة الصفراء البعيدة
بينما أقرب إلينا
كان الكامو.

وجه نعسان
الصليب من لا روزا
نظرت في وجهي يبتسم
في عام 1975.

               (يونيو 2005)

ACY- ALCAMO


 ALCAMO


Kuumana iltapäivänä
Marsala ja Drepanon
etäinen
ohitti minut ja ystäväni
päivä
iloisen hiljaisuus
Alcamo.

Punainen maa polttaminen
jalkani väsynyt
lämpö ahdistava
Malta oli kaukainen keltainen
kun taas lähempänä meitä
oli Alcamo.

Unelias kasvot

Crocifisso La Rosa
katsoi minua hymyillen
vuonna 1975.

               (Kesäkuu 2005)

ACX. JADO

Jado,
iso clit!
Suuret, lihavia
jättiläismäinen, valtava.
Iso clit!
Ei puoli toimenpiteitä
kun Rakastin sinua
raivokkaasti,
Jado,
kuihtunut ja riutunut
ilman satoina kiloina
niin merkityksetön
kuinka monta ryppyjä
ihoa,
kerran samettinen,
tuoksuva.
Iho vanhoja
kylmä ja hapan.

      (Toukokuu 2012)

ACW. JADO


Jado,
your big clit!
Large, obese
colossal, enormous.
Your big clit!
No half measures
when I loved you
furiously,
Jado,
withered and haggard
without your quintals
so insignificant
how many wrinkles
your skin,
once velvety,
scented.
Skin of old
frigid and sour.

      ( May 2012 )

ACV. جادو


 جادو،
لديك البظر كبير!
الكبيرة، يعانون من السمنة المفرطة
هائلة، هائلة.
البظر كبير الخاصة بك!
لا أنصاف
عندما أحببتك
بشراسة،
جادو،
ذابل وصقر قريش
دون قنطار الخاص
ستة تافهة
كيف العديد من التجاعيد
بشرتك،
مرة واحدة المبيضات،
المعطرة.
الجلد القديمة
المتجمدة والحامض.

      (مايو 2012)

ACU. GIADO


Giado,
il tuo clitoridone!
Grossa, obesa
colossale, enorme.
Il tuo clitoridone!
Senza mezze misure
quando ti amavo
furiosamente,
Giado,
appassita e smunta
senza i tuoi quintali
sei insignificante
quante grinze
la tua pelle,
un tempo candida,
profumata.
Pelle di vecchia
frigida ed acidona.

     ( Maggio 2012 )

ACT. ΓΕΙΤΟΝΙΑ


 ΓΕΙΤΟΝΙΑ


Τραγουδώντας. ο ήλιος σκοτεινιάζει.
παίζοντας. στους τοίχους.

Βιολιά στην αναζήτηση της πλώρης.
είναι οι αράπηδες στο γκέτο τους.

Περάστε τα λευκά άλογα.
πάνω τους, ειλικρινής κριτών.

Πολτοποίηση ένα ψεύτικο μωβ.
να θυμάστε ότι ένα μακρινό σχολείο.

       (Καλοκαίρι 1984)

venerdì 13 dicembre 2013

ACS. ਉਦਾਸੀ ਦਾ ਗੀਤ


 

ਉਦਾਸੀ ਦਾ ਗੀਤ


ਤੁਹਾਨੂੰ ਸਾਲ ਲੰਘ ਗਏ ਹਨ ਪਤਾ ਹੈ
ਇਸ ਨੂੰ ਹੁਣ ਸਾਰੇ, ਇਸ ਲਈ ਉਦਾਸ ਹੈ
ਤੁਹਾਡਾ ਅੱਖ ਰਹਿੰਦੇ ਹਨ, ਨਾ ਕਰਦੀ ਹੈ
, ਜੋ ਕਿ ਇਕ ਪਾਰਟੀ ਦੀ ਮੈਮੋਰੀ ...

ਕੁੜੀ ਅੱਗ ਦੇ ਕੋਲ
ਗਰੀਬ ਟੁੱਟੇ ਦਿਲ ਨੂੰ
ਹੁਣ ਰੋਣਾ ਖੁਸ਼ ਸਾਲ
ਮੈਨੂੰ ਸੀ, ਜੋ ਕਿ ਇਸ ਲਈ ਉਦਾਸ
'ਇੱਥੇ ਰੇਡੀਓ ਸਾਰਜੇਯੇਵੋ'.

ਜੰਗ ਵੱਧ ਸੀ,
ਅਤੇ ਇਹ ਵੀ ਮੇਰੇ ਜੀਵਨ
ਜੇਕਰ ਤੁਹਾਡੇ ਕੋਲ ਇੱਕ  
ਹੱਸਮੁੱਖ ਦਿਨ ਨੂੰ ਛੱਡ ਦਿੱਤਾ
ਤੁਹਾਨੂੰ ਵਾਪਸ ਨਹ ਸੀ.

ਇਕ ਹੋਰ ਦੀ ਜ਼ਿੰਦਗੀ ਨੂੰ ਹੋਰ ਔਰਤ ਨੂੰ
ਇੱਕ ਸਕਰਟ ਦਾ ਜਿਨਸੀ ਆਸਾਰ
ਬਹੁਤ ਹੀ ਗੰਭੀਰਤਾ ਨਾਲ ਹਰ ਚੀਜ਼ ਕੀਤਾ ਸੀ
ਇੱਕ ਜਲੂਲ ਇੱਛਾ ਦਾ ਚਿਹਰਾ.

ਮੇਰੇ ਲਈ ਸੰਸਾਰ ਡਿੱਗ ਗਿਆ ਸੀ,
ਹੀ ਰਿਹਾ ਸ਼ਰਮ ਅਤੇ ਸ਼ਰਮ
ਨੂੰ ਵੀ ਨਾਦਾਨ ਆਦਮੀ ਨੂੰ
ਨਾ ਇੱਕ ਆਦਮੀ ਹੈ, ਪਰ ਇੱਕ ਬੱਕਰੀ.

ਇਕੱਲੇ ਹੈ, ਜੋ ਕਿ ਇੱਕ ਔਰਤ ਦੇ ਲਈ,
ਕੋਈ ਵੀ ਘੁੱਗੀ ਅਸਮਾਨ ਵਿੱਚ ਉੱਡਦੀ
ਸਾਰਾ ਸੰਸਾਰ ਹਨੇਰੇ ਪ੍ਰਾਪਤ ਕਰਦਾ ਹੈ
ਅਤੇ ਹਰ ਇੱਕ ਹਾਰਡ ਰੋਟੀ ਲੱਗਦਾ ਹੈ.

                (ਅਪ੍ਰੈਲ 25, 2006 ਮਾਰਨਿੰਗ)

ACR. ਭਾਰਤ


ਭਾਰਤ

ਨੂੰ ਦੁਖਦਾਈ ਦੇ ਬੇਅੰਤ, ਸਮੁੰਦਰ.
ਭਾਰਤੀ ਸੰਗੀਤ.
ਅਨਰਥ ਵੱਧ ਉਡਾਣ ਕਾਰਪਟ
ਘ੍ਰਿਣਾਯੋਗ ਲੋਕ ਵਿਅਰਥ ਹਨ ਜੋ
ਛੇ ਸੌ ਵਾਟਸ ਬਕਵਾਸ ਨੂੰ ਸੁਣਨ
ਸਾਰਡਾਈਨਜ਼ ਤੱਕ ਮਸ਼ੀਨ ਵਿੱਚ.

                  (1993 ਜੂਨ)

ACQ. Roberto ਦੀ ਭਾਵਨਾ ( ਸੰਸਾਰ ਵਰਕਰ ਦਾ )


 Roberto ਦੀ ਭਾਵਨਾ ( ਸੰਸਾਰ ਵਰਕਰ ਦਾ )


 
ਬਦਲੇ ਵਿੱਚ, ਉਪਨਗਰ ਦੇ ਉਜਾਡ਼ ਸੜਕ ਦੁਆਰਾ ,
 
ਅੱਧ ਸਵੇਰੇ , ਸਾਰੇ ਲੋਕ ਹਨ, ਜਦਕਿ
 
ਦਾ ਕੰਮ ਕਰਨ ਲਈ , ਇਸ ਲਈ , ਰੁਕ , ਆਲੇ ਦੁਆਲੇ ਦੇ ਭਟਕਦੇ
 
ਅਤੇ ਉੱਥੇ , ਕੀ ਕਰਨ ਲਈ ਕੁਝ ਵੀ , ਕੁਝ ਵੀ ਕਰਨ ਲਈ ਦੇ ਨਾਲ
 
ਉਸ ਦੀ ਜੇਬ ਵਿੱਚ ਇੱਕ ਸਿੱਕਾ ਬਗੈਰ , ਸੋਚਦੇ ਹਨ, ਅਤੇ
 
ਕੰਮ ਕਰਨ ਲਈ ਕੋਈ ਇੱਛਾ .
 
ਇੱਕ ਦੇ ਨਜ਼ਦੀਕ ਦੇ ਖਰਚ ਕਰੋ , ਮੈਨੂੰ ਵੇਖੋ, , ਨਾ ਕਿ
 
ਵਦ੍ਸ਼ਮਾਨ ਉਸ ਦੇ ਸਿਰ ' ਝੰਜੋੜਨਾ, ਮੈਨੂੰ ਆਪਣਾ ਪਿਆਰ ਭੇਜਦੇ ਹਨ .
 
ਮੈਨੂੰ ਹੀ ਉਹ ਸੋਚਦਾ ਹੈ ਕਿ ਕੀ ਪਤਾ ਹੈ , ਮੈਨੂੰ ਦੇ ਸੋਚਣ ਜਾਵੇਗਾ
 
ਮੈਨੂੰ , ਇਕ ਸਲਾਕਰ , ਇੱਕ ਸਲਾਕਰ ਰਿਹਾ
 
ਚੰਗੇ ਦਾ ਕੋਈ , ਕੋਈ ਚੰਗਾ ,
 
ਏਨਾ ਹੀ .
 
ਬੇਸ਼ੱਕ , ਇਸ ਸ਼ਹਿਰ ਵਿੱਚ , ਇੱਕ ਲੜਕੇ ਲਈ
 
ਮੇਰੀ ਉਮਰ , ਇਸ ਨੂੰ ਅਸਲ ਵਿੱਚ ਕੰਮ ਕਰ ਰਹੇ , ਨਾ ਹੈ
 
ਮੁਸ਼ਕਲ .
 
ਪਰ ਮੈਨੂੰ ਖਰਚ ਨਾ ਕਰਨਾ ਚਾਹੁੰਦੇ ਮੇਰੇ
 
ਜਿੰਦਗੀ ਇੱਕ ਫੈਕਟਰੀ ਅੱਠ ਵਿਚ ਨੂੰ ਜਿੰਦਰਾ
 
ਫਿਰ ਘੰਟੇ ਇਕ ਦਿਨ ਹੈ, ਅਤੇ ਸ਼ਾਇਦ ਇਹ ਵੀ ਕਰਦੇ ਹਨ
 
ਜਿਹੜੇ ਜਿਹੜੇ , ਇੱਕ ਲਈ ਲਈ ਓਵਰਟਾਈਮ,
 
ਹੋਰ ਅਤੇ ਹੋਰ ਜਿਆਦਾ ਿਾਿਾ ਹੈ ਕਿ ਮਾਸਟਰ ,
 
ਕੰਮ ਕਰ ਰਹੇ ਲੋਕ ਦੇ ਪਿੱਠ 'ਤੇ ?
 
ਕਰਕੇ ਮੇਰੇ ਦਾਦਾ , ਮੇਰੇ ਪਿਤਾ ਅਤੇ
 
ਮੇਰੀ ਅੰਕਲ ਵਰਕਰ ਦਾ ਸ਼ੋਸ਼ਣ ਕੀਤਾ ਗਿਆ ਸੀ
 
ਅਤੇ ਮਾੜੇ ਦਾ ਕੋਈ ਅਧਿਕਾਰ ਬਿਨਾ , ਦਾ ਭੁਗਤਾਨ , ਅਤੇ
 
ਮੇਰੀ ਦਾਦੀ , ਝੋਨੇ ਖੇਤਰ ਵਿੱਚ , ਟੁੱਟ
 
ਇੱਕ ਗੀਤ ਲਈ ਵਾਪਸ , .
 
ਮੈਨੂੰ ਇਸ ਦੀ ਜ਼ਿੰਦਗੀ ਇਸ ਨੂੰ ਅਜਿਹਾ ਕਰਨ ਲਈ ਨਹ ਕਰਨਾ ਚਾਹੁੰਦੇ .
 
ਇਹ ਮਈ 'ਚ ' ਇੱਕ ਖੂਬਸੂਰਤ ਸ਼ਹਿਰ ਦੀ , , ਨਿੱਘ
 
ਹਵਾ ਬਹਾਰ , , ਤੁਹਾਨੂੰ ਖੁਸ਼ ਕਰਦਾ ਹੈ ਕਰਦਾ ਹੈ
 
ਸੁਪਨੇ .
 
ਮੈਨੂੰ ਮੇਰੇ ਜਜ਼ਬਾਤ ਹਿੱਸਾ ਨਹੀ ਕਰ ਸਕਦੇ ਹਨ
 
ਮੇਰੇ ਹਾਣੀ ਦੇ ਨਾਲ , ਇਸ ਵੇਲੇ ਵੀ ਪੱਟੀ
 
ਖਾਲੀ ਹਨ .
 
ਮੇਰੇ ਵਿੱਚ ਇੱਕ ਨਵ ਜਾਗਰੂਕਤਾ ਵੀ ਹੈ ,
 
ਇੱਕ ਨਵ ਇਰਾਦਾ .
 
ਦੂਰ ਮੇਰੇ ਘਰ ਕਸਬੇ ਤੱਕ ਜਾਓ , ਮੈਨੂੰ ਨਾ ਕਰਦੇ
 
ਹੀ ਹੋਰ ਚਾਹੁੰਦਾ ਹੈ.

  
Roberto , ਰੇਜਿਯੋ Emilia ਮਈ 14 , 1975

ACP. ਦਾਦਾ

ਦਾਦਾ
 
ਉਸ ਦੇ ਪੁਰਾਣੇ ਕੁਰਸੀ 'ਤੇ ਲਗਾਉਣ
ਲੰਬੇ ਘੰਟੇ, ਲਈ ਖੜ੍ਹਾ ਸੀ
ਦਾਦੇ.
ਸਫ਼ੇਦ ਦਾੜੀ,
ਸਿਰ ਦੇ ਵੱਡੇ, ਮਹੱਤਵਪੂਰਨ
ਕਰਾਈਆ ਨੱਕ, ਗਾੜ੍ਹਾ, ਖੂਨ ਦੀ
ਚਾਵਲ ਬਹੁਤ ਘੱਟ, ਡੂੰਘੇ ਨਿਗਾਹ.
ਸਾਦਾ ਅਧਿਐਨ ਵਿਚ ਡੈਸਕ
ਸੁੱਕ ਸਿਆਹੀ ਦੇ ਜਾਰ
ਪੈਨ ਅਤੇ ਚਮਕੀਲਾ.
ਵੱਡੀ ਲਾਇਬਰੇਰੀ ਹੈ
ਯੂਨਾਨੀ ਅਤੇ ਲਾਤੀਨੀ ਬੁੱਕ:
ਦਾਦਾ ਅਰਸਤੂ ਸੀ
ਸੈਮੀ ਅਨਪੜ੍ਹ;
ਗੱਲ ਕੀਤੀ ਅਤੇ ਲਿਖਿਆ,
ਬਾਰ੍ਹਾ ਭਾਸ਼ਾ ਵਿੱਚ.

giovedì 12 dicembre 2013

ACO. SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO - APPELLO N.5

   ATTENZIONE
RIPETO: ATTENZIONE


 TRASMETTIAMO SEI APPELLI DELL'UOMO CORROSIVO

 

   APPELLO NUMERO CINQUE


La genìa degli uomini superiori.
Ragazzi figli di Gesù
Il sorriso del reietto
Il morto vive
Chi ha visto Clara Veis
Wallestein il Mostro
Le fiamme dell'inferno
I fratelli filippini
I Padri Giuseppini
I Bagonghi
La Terron's Band
Solo per i tuoi occhi
Collirio Alfa
La Donna Ragno
La Fagiana d'Oro
Il Polipo Gigante
Lo Stend di Staderini
Il Serraglio di Mantovani
Il Labirinto di Malferteiner
Il Calcio di Rigore
La Casetta dell'Elvane
La passera di Giorgia Macchi
La Fagiana d'Oro
La forza del destino
Piccola posta
La tuta di Napoleone Washington
Lo Skoter del Momo
La Ditta dei Bari Car
I Fratelli Mundador
La caravana di Baghèga
Baceghìn
Sergio delle Scimmie
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Quella caduta non ci voleva.
Restai stordito per diverse ore, dormii,
ma mi venivano in mente fiotti di immagini,
ricordi sbiaditi, nomi, soprannomi,
e mille altre cose poco facilmente
descrivibili.
Non avrei mai pensato, che qui a Chiasso,
avrei ritrovato, in Sala Raggi, il Baffos,
il mio acerrimo nemico, colui che
fu cagione della mia rovina,
con i suoi esperimenti scellerati,
all'Università di... or sono due
anni esatti.
Il mio male avanza logaritmicamente,
l'altro giorno, prima della caduta,
ho fuso un furgoncino col semplice
tocco d'una mano.
All'interno, c'era evidentemente un
cagnetto che ronfava, lo vidi scappare
via terrorizzato...

Baffos, malnato, era dietro il vetro
blindato protettivo, ancora
pieno di astio nei miei confronti,
per via della mia reticenza sugli effetti
del suo maledetto esperimento
vigliaccamente provato su di me,
nel sonno.
Io non vedevo lui, l'infermiere mi
disse: 'Non si preoccupi, non è
niente, probabilmente non ha
nulla di rotto nel piede; il
radiologo è già pronto, tra
venti minuti, sarà tutto finito...

il Cielo, misericordioso, decise
per me, che questa fosse la
mia ultima giornata sulla faccia
della terra.

Il porco mi somministrò una dose
di Raggi X ottanta volte la norma,
quasi istantaneamente, sentii
un potente formicolio alle gambe
ed alle braccia, e vomitai a più
riprese.
Alla fine, espulsi la bile.

Orrore si aggiunse all'orrore,
ora tutto il mio corpo divenne
spaventosamente fosforescente,
e si vedeva distintamente il mio
scheletro, come in una lastra
vivente.
Gi effetti corrosivi si moltiplicarono
velocemente, forse di milioni
di volte rispetto al primo giorno.
Per eliminare il topo di fogna
che mi aveva condannato prima
ad una vita agghiacciante ed
ora alla morte certa, mi bastò
allungare una mano e toccare
la cabina schermata dell'Ospedale:
ci fu una forte esplosione all'interno,
le mura si sgretolarono, il vetro
blindato andò in frantumi,
e Baffo's prese fuoco come un
rotolo di paglia secca.
In pochi istanti, di lui non rimase
che un mucchietto di ceneri
fluorescenti e radioattive!

   ( Camillo Catellani; 12 Dicembre 2013 Sera )
















































































ACN. LETTERA A CHE TE LEGGI

 
  LETTERA A CHE TE LEGGI


Ti ringrazio per il tempo che mi dedichi
leggendo le mie strampalate cose.
Ma non ti amo ugualmente, la mia mente
se ne và sempre più, lontano dal mondo
reale, dal mondo delle belle cose e delle 
belle aspirazioni.
Se a 45, vivessi solo di ricordi, mi adatterei
e ne farei una ragione, ma vivo anche di futuro.
Incertissimo, questo mi è chiaro in modo quasi
profetico, ma anche disilluso.
La bella ragazza dallo sguardo strano, la bruttissima
che sempre amo e sempre più lontano và, 
amori platonici morti, sepolti, riesumati 
completamente scheletriti ed oramai neanche
più aulenti, e risotterrati, passioni, interessi, tutto,
tutto mi è venuto a noia, meno che la scrittura.

Scrivo ancora per vivere, per la Vita, per la mia
vita, la tua vita, la vita.

 ( Camillo Catellani; 12-12-12 Sera)

--- Che bel tris di numeri, eh...voglio vedere le facce dei miei
pochi nemici tra undici giorni, quando le fiamme dell'inferno
usciranno dalla terra e gli arrostiranno bene il culo...

ACM. NELLA NEBBIA - 2 - (IN MACCHINA)


 NELLA NEBBIA - 2 - (IN MACCHINA)


Partendo da dove non importa,
con i parenti, i cuginetti miei coetanei
diretti al Castello, in un freddo e grigio
imbrunire di novembre, nella Lancia
Fulvia di mio padre, dall' autoradio
di quei tempi (un semplice giranastro
senza radio, quindi neanche 'autoradio'),
Il nostro caro angelo, di Lucio Battisti.
Poco prima di arrivare al Castello
Della Monica, abitazione dei cari zii,
la curva e la cabina dell'ENEL.
Seduto dietro, a sinistra, la vedevo
bene.
Per tanti anni, passare accanto
quella cabina della luce, mi piaceva,
e mi ricordava non solo la canzone
di Battisti (a cui ovviamente, associai
in seguito, giornate autunnali bigie,
quasi tetre, anche magari piovigginose),
ma tutto il castello, o meglio,
il piano di sotto, quello diurno:
la cucina, con le fornaci (che a quei
tempi ancora venivano usate a
volte, per cucinare determinati
cibi, e forse per fare il sapone da
bucato che veniva ancora fatto
in casa), il tinello, con il camino
sempre acceso, d'inverno,
i leoncini di pietra ai lati, ed
i comodi sedili, sempre ai lati
del camino, accanto ai leoncini.
L'odore del castello, di cucina,
di fumo, e di antico (la povera
zia, molto prosaicamente, avrebbe
detto 'di vecchio', di 'chiuso', tant'è
che lei non diceva 'casa antica'
ma 'casa vecchia'), è indimenticabile,
come l'odore della casa degli zii
in via Cameli, e quella degli altri
zii di Ortona.
Ogni casa, un odore peculiare.
Case nuove, fine dei vecchi
odori, fine delle fascinazioni di
una vita, fine delle visite...
Nel salotto del castello,
illuminato da una sola lampadina
forte, senza paralume, l'aria
era più austera, quadri alle pareti
divani dell'ottocento, scomodissimi,
di legno.
Ma l'elemento caratterizzante
di quel posto, era comunque
l'affettuosità dell'ambiente,
unita all'indiscutibile fascino
che esercitava quella abitazione
affascinante.

  ( 12 Dicembre 2013 Notte )

giovedì 5 dicembre 2013

ACL. NELLA NEBBIA - 1 - (SEDICI ANNI)


  NELLA NEBBIA - 1 - (SEDICI ANNI)

La legna si consuma.
Esco, nello stanzino della casipola adiacente la mia casa,
è stata messa legna.
La domenica mattina è fredda, nebbia tutto attorno
cade sulla regione intirizzita, assonnata, silente.
L'umidità mi attraversa, cammino come dentro
una nuvola molto bassa.
La fida tabacchiera, per nasare ogni tanto,
l'allegria della mia giovane età, il ricco pranzo
che madre e nonna stan mettendo in tavola,
le galline gironzanti, chiacchierano vispe tra loro,
mi piacerebbe capire cosa si dicono.
Un pò più in là, le terre si distendono a vista d'occhio,
ampia pianura, sotto le montagne del Gran Sasso,
tutta verde d'erba, colture invernali, ed è mezzodì.
Resto in piedi, ritto come un fuso, immobile,
rigido, il sole ha dissolto la nebbia, il freddo lascia
il posto ad un tepore dolce; ammiro estasiato
il verde dei campi, che mi circondano, mi sento
bene come non mai.
Mi torna in mente una canzone, la canzone nuova
di qualche settimana prima; i miei amici ora sono
lontani, fanno altre cose, vivono altre situazioni,
io sono un previlegiato, loro non lo sanno,
mi ignorano, non pensano, non scrivono,
non leggono, ma vivono.
Io, non vivo.
Gli olii essenziali, profumatissimi, pregiati,
acquistati per i Morti, a Perugia, nei banchi
degli indiani ''de 'Zena'', l'incenso Vathika,
tutto là, nella mia stanza, ricordi minimi
ma preziosi, fascinazioni spicciole
di luoghi esotici.
E mentre io non vivo, cresce in me la voglia
di farlo, stupida età di false credenze,
perchè io vivevo alla grande, non in modo
superficiale, come i miei vivissimi coetanei,
in fondo stupidi, privi di profondità.
Ora, il pomeriggio degli incontri alla radio,
trascorre sereno, la Cremonese in Serie A,
per la prima volta, il grigio attorno a me,
e, dentro me, il rosso di una vita accesa.
Rosso che si fà vivissimo, di sera, nel
focolare del Castello dei cari zii,
mentre su Teramo ora pioviggina
fino fino ed il freddo attanaglia le gambe
sotto i jeans.
Torno a casa a piedi, cammino spedito,
fumando una cicca inglese.
Cercando la vita, quell'anno, in altra gente,
la trovai in me, in modo naturale.
Di sera, nella mia stanza, di notte
nel sogno, la gioventù all'apice
dirompente, senza più confini, alle volte
un pò balorda, strafottente, arrogante
ma VIVA!

  ( Camillo Catellani; 5 Dicembre 2013 Mattina )



Piove pioveeee
'e gaïne fan ë oveee
l'uselin de la comareee...

































































mercoledì 4 dicembre 2013

ACK. NELLA NOTTE

 NELLA NOTTE

                                      Nereggianti, sui mesti crepuscoli dorati
                                      amo i difformi boschi, e i piani sconfinati...
                                                                                          (G. Camerana)


Se me sto qui da solo
nell'umidità dell'imbrunire
in solitudine, nell'automobile
daì vetri appannati, il freddo
di tomba, l'odore di muffa,
non signifca che attendo
gli spetri delle notte.
Essi non vengono, non si
manifestano.
Ma stan d'intorno, abituàti
a me, oramai, mi osservano
silenti, m'accorgo di loro,
sommessamente, sorrido,
discretamente.

Il vento non mi fà paura,
col vento ho stretto un patto,
lo ascolto con attenzione,
quando, irresistibile, agita le fronde
od, alza la polvere dal suolo.
Vento marino urla, nave solitaria
passa, in lontananza le lampade
del porto di San Benedetto del Tronto:
una verde, l'altra rossa.
Si spegne una, s'accende l'altra.
Il grande faro, intanto, viene acceso
imponente manda il suo raggio tutto
intorno.

Sotto le coltri, imbacuccato, nel
caldo tepore, al buio, sento il
lontano latrare di cani randagi,
e in primavera, i gatti in amore
sembrano piccoli bambini
lamentarsi e chiamare mamma.
Passano, rare, delle automobili,
vanno piano, il rumore sommesso
mi conforta e mi concilia il sonno.

   ( Camillo Catellani; 4 Dicembre 2013 Notte )




























ACJ. VA' BENE...

 VA' BENE...


Và bene, io posso anche crederci
posso finanche starci, ma voglio Libertà.

D'accordo, starò a sertirvi, sentirvi tutti
ognuno dica pure, ciò che ha da dire.

Ma voglio Fedeltà, per me e per lei
che non ho amato mai, ma tanto desiderai.

Và bene, adesso vi mando a dar via i culi...

 ( Camillo Catellani; 17 Dicembre 2012 Sera )

martedì 3 dicembre 2013

ACI. RICORDI DI TANTI ANNI FA'

  RICORDI DI TANTI ANNI FA'


La sera faceva freddo ormai.
Novembre inoltrato, niente estate di San Martino,
l'inverno non indugiò per niente quell'anno a Pescara.
Il bar in fondo a Via dei Peligni, era sempre abbastanza
frequentato.
C'ero tutte le sere, io, specie prima di cena;
Cesarone, spesso Ammasciò, qualche volta
Dell'Omodarme che quell'anno però si fece 
la fidanzata di fuori città, e si vedeva di rado.
Ad un certo punto, io e Cesarone, preferivamo
stare un pò fuori dal bar, sul marciapiede si stava
bene, si chiacchierava sempre con piacere.
Cesarone, pace all'anima sua aveva allora una 
sessantina d'anni, parlava talvolta delle cose
vissute a Roma, da cui venne via nel 1970.
Il 1973 lo ricordo bene, d'altronde: fu l'ultimo anno
per me di tante cose, ed il penultimo di permanenza
nella città adriatica.
Cesarone quell'inverno aveva un cappotto nuovo
con cui faceva la maffia, ci stava dentro che era un piacere,
e sembrava donargli ancora più parlantina del solito.
'Aò, io ce sò stato otto mesi a Regina Coeli, per uno schiaffo
a n'viggile...un cornuto che non voleva farmi entrà cor camion
a Piazza Esedra...'.
Ma per Cesarone il 1973 fu tragico nella coda: un infarto 
lo portò via a noi tutti la mattina di San Silvestro.

Ora ricordo vagamente le grandi risate fuori dal bar 
in fondo a Via dei Peligni, gli aliti freddi fumanti e
il cappottone verde di Cesarone, la mia giacca 
nera di pelle attillata e i pantaloni a zampa d'elefante
di pesante velluto rosso bordò di Dell'Omodarme,
con quelle sue gambe lunghissime e secche, i baffoni
alla Village People di Ammasciò.

Quando trovammo, io e Ammasciò, Cesarone,
bocconi, lungo disteso nella cucina della sua
corriera, sembrava stesse cercando qualcosa,
aveva una strana espressione il suo volto, di
curiosità, come se la morte improvvisa lo 
avesse sorpreso nella sua rapidità, quasi a
divertirlo.

Ricordo come se fosse adesso, fuori suonava
Parsifsal dei Pooh.

       ( Camillo Catellani; 20 Dicembre 2012 Mattina )

ACH. TANTI AUGURI

  TANTI AUGURI


Tanti auguri a chi mi ama veramente
alla gente, alle carogne e ai miei nemici
reali o immaginari, anche ad essi
saluti e baci, sentitamente.

Tanti auguri a cagnetti e mici, ai miei che
mi amano senza parlare, con i teneri musi
coi loro usi, miagolii e abbaiature,
che mi fanno sorridere e m'allietano.

Auguri cari alle donne che non ho amato 
a quelle desiderate ed alle poche respinte
alle amanti finte, che mi hanno buggerato
umiliato e abbandonato, tanti auguri.

Auguri cari agli amici, quei pochi che ho
che mi sopportano con infinita pazienza,
mi vedono invecchiare, mi sentono
brontolare, imprecare.

Un augurio piccino e silenzioso a me stesso.

   ( Camillo Catellani; 1* Gennaio 2013 Mattina )

ACG. UN ALTRO ANNO VOLA VIA

 

  UN ALTRO ANNO VOLA VIA


Ci sentiamo poi, stammi bene.
Il mistero della vita chiuso in un cotechino
purè e fagioli di contorno fanno pensare
pensare alla modestia di un giorno triste come pochi.

Prendi la macchina, prendi la paperotta da sotto le ali
e fuggi via.
Chiudi con un passato fatto di poche soddisfazioni,
di stelle fisse e di convinzioni errate, e vivi una nuova
vita, assapora il gusto della carne, anche se per essa
dovessi spendere qualcosa.

Un altro anno balordo, fatto di false sicurezze
passato con gente che non ti dà nulla in nessun
campo, donne senza amore, amici che non sono
amici,  posti che sono non-luoghi, finto relax,
finte gioie, tutto finto, tutto costruito, tutto artefatto.

    ( Camillo Catellani; 2 Gennaio 2013 Pomeriggio )

lunedì 2 dicembre 2013

ACF. ANOTHER YEAR FLOWN



ANOTHER YEAR FLOWN
 

We talk to you later, take care.
The mystery of life closed in a sausage
mashed beans and contour suggest
think about the modesty of a sad day like few others.

Take the car, take your duck under the wings

and run away.Close with a past full of little satisfaction,
of fixed stars and misconceptions, and live a new
life, savor the taste of meat, even if itI had to spend anything.
 

Another year fool, that false sense of security
the past with people who does not give you anything in any
field, women without love, friends who are not
friends, places that are non-places, fake relaxation
false joys, all fake, all built, all artifacts.

     (Camillo Catellani, January 2, 2013 Afternoon)