domenica 30 marzo 2014

AJU. PIGNEU, PERSA E BAXEICOU



PIGNEU, PERSA E BAXEICOU



 Lungo viale della mia infanzia
dove suonava alla fine la dolce
 canzone.

Tanti anni prima, nell'anno umile
 Via dei Peligni, ma anche un anno
dopo.

Un anno dopo, al Quadrifoglio,
 Pescara, ovunque era bella
ma Via dei Peligni, di più.

 La canzone dolce e le figurine
il mio primo album dei Calciatori
 il fango, il freddo, le Dure all'Anice.

Tanti anni dopo, un altro
 viale, molto più lungo
nessuna poesia, niente di niente.

Ascoltami, amica, ora stà a te
 tirar fuori le grosse mostose
strofinale sul mio volto.

 E dimenticare per sempre
la canzone dolce del '73
 di quei quattro, amami.

Od al limite, provaci...
 I tuoi ventisei anni
son benedetti, alta e grossa.

 Nelle acque correnti
le Ninfe del Fonte giocano
 sui nostri corpaccioni nudi.

Le Ninfe della Fonte del Borgo
 della bella Anxanum fiorita
per dimenticare l'acera realtà.

 O perlomeno, provarci.

Due anni, due Ilarie, per sognare
 perchè si sà, che rire non può
chi pianger non sà.

 Poesia, o Musa mia celeste
bentornata nel mio talamo
 d'uomo solitatio, inutile.

Prima volta con te, bella mia
 ma mi scacci, dopo otto anni
sei sempre immota e bella.

Però oramai, mi stai lì sopra,
 alli santissimi colìoni
che vuoi sapere 'di Noi'...

Di noi, che vuoi insinuare
 non vedi che il tuo volto
giorno via l'altro, cade.


Ed io non sono dei Loro...
 la Delatrice muore e l'amica
si consola: vecchie sfatte
 con le minci-tele-ragni...

 La Vita comincia a quarant'anni
chi m'ha umiliato a venti
 paga pegno, e rancor non serbo.

Chi prima, chi poi, assaggia la carne
 il pesce e la fava al tempo...
Musa, mia musa, non lasciarmi adesso!

  ( Camillo Catellani; 30 Marzo 2014 Sera )



































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