domenica 2 marzo 2014

AHE. LA MIA SIGNORA


 301.
              LA MIA SIGNORA


Mia moglie è una troja.
Penso ai tempi lontani,
quando ero studente,
nella mia città sull'Adriatico,
e puzzavo di carta di libri ingialliti.

Sentivo che la vita non era solo studio,
infatti conobbi la mia lei subito,
senza una lira, solo poche sigarette,
ma l'amore di ragazza bastava al resto.

Il lavoro, il matrimonio, i figli,
la radio in macchina, il televisore telecomandato,
un paio di salti gerarchici in ufficio,
e la donna mia nel fiore della bellezza.

Potevo ritenermi un uomo felice,
contento e pacifico nel suo mare di cose,
i figli piegati sui libri, io rivado a cottimo,
poi di colpo scopro che la maturotta mi tradisce.

Crolla il mio mondo rispettabile,
che profuma di quotidiani portati nel cesso,
e gli ''olè, goool'' dietro al tivù,
come un imbecille, come un verme.

Mia moglie, brava casalinga, è una troia,
rea di avere sposato un cappone come meh,
la Coppa dei Campioni stasera,
e quella dei coglioni domani.

Quando ero studente,
credevo all'amore come unica cosa certa,
adesso ripenso a quel mio strano amico,
che non si sposò mai, ed è oggi felice;
perchè non ha fatto nulla,
non ha creato nulla,
ha voltato il culo al pane,
ai figli che ha sparsi per il mondo,
per tutti noi rotondo,
per me privo ormai di senso,
e per questo, tutto da scoprire.

                    ( Camillo Catellani; Giugno 2000 )

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