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mercoledì 12 marzo 2014
AIT. DALLE 12 POESIE E PROSE DEL MAGGIO 2008 - SEQUENZA
6.
CHIMERA
La bassotta dal caschetto tinto rosso,
orrenda di volto
gli era sempre piaciuta.
Lei,
come una perfetta scimmietta
godeva ad illudere il cuore
di Giacomo,
incapace di comunicare
il suo infinito amore.
7.
ESTATE 1981
Conobbi Eva, che
morì fra le mie braccia.
Ogni estate nera
calda di ghiaccio:
morire ogni anno
nel suo ricordo.
8.
IL CONCERTO AL FREDDO
Non era mai stato un gran cantante,
faceva concerti con poca gente.
Non saprò mai, come mai
quella fredda sera a Cincinnati
nel novembre del 1969
ci fossero trentamila persone
a sentirmi.
Fu un caso particolare.
Le mie sofferte canzoni blues
uscivano lente dai grandi
altoparlanti.
Il sudore solcava rivoli
freddissimi sulla
mia pelle nera bruciata.
Mi dissero che la voce
alle volte sembrava
rantoli,
ed elettrizzava il pubblico
estasiato.
Quella sera non immaginavo
feci il mio più grande concerto.
Resta uno sgranato
filmino di venti minuti, con un
sonoro monofonico
di pessima qualità.
9.
RIME
Bella, eppur lontana
ruffiana.
Chi t'ama ti perde
prato verde.
Sei bella e lo sai
fonte di guai.
10.
AFA A SCAFA
La vecchietta
zingara
mi disse
quella notte
dei miei
diciassette anni
cose che mi sembravano
prive di senso.
Mi avrebbero accompagnato
per tutta la vita...
11.
UNA NINA ARGENTINA
Nell'afoso disagio
dell'infima bettola
di Atene, la musica
greca a tutto volume
nell'estate del 1958,
i vini ed i distillati
locali mi resero
filosofante.
Un ubriacone italiano
in Grecia era
fonte di risate
e disprezzo.
Un ubriacone italiano
in una squallida bettola di Baires
era fonte di tristi nostalgie.
La mia donna
una bella ma povera Argentina
si chiamava Nina.
Aveva appena ereditato
un miliardo di lire
passando dalla più
miserevole miseria
ad un'insana ma felice
ricchezza.
La mia Ninina
evitò negli anni
ch'io sperperassi,
ma ci divertimmo
ugualmente, facendo
il giro del mondo
innumerevoli volte.
Visitando migliaia
di bar ed osterie.
12.
VAGABONDARE
Neppure la peggiore baldracca
d'angiporto turco
era così vestita
ed il suo cane barbone
addobbato da coglione.
La vita on the road
era fatta per noi
cugini coetanei
così profondamente
differenti.
Le filosofie indiane
e la fermezza occidentale
le lingue estere
ed il radicale dialetto
di casa nostra.
Poesia e prosa si mesceano
in noi; io astemio per natura
lui per necessità
girammo a modo nostro
il mondo
vedendo e non vedendo
zone d'ombra e diserti assolati
di questo marcione
globo terraqueo.
( Maggio 2008 )
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