sabato 22 febbraio 2014

AFZ. CORNICI



              CORNICI


1)     SOLITUDINE


a)   LA STANZA DEI TELEVISORI


E' acceso il televisore.
Sul programma nazionale, il monoscopio RAI.
Riprodotto, dopo venticinque anni,
da uno dei suoi monitor-generatori
costosi.
Giornata di sole pieno, l'angusta
stanzetta senza luce, ha l'unica tapparella
abbassata, serrata.
Mensole d'alluminio grigio neutro,
arrivano al soffitto.
Monitor e televisori di ogni epoca,
fra cui, alcuni,vecchissimi, dallo schermo
grigio-crema...


b)   AMBROGIO MELGRATI


Ambrogio Melgrati, 47 anni, nato in provincia
di Pavia, 20 anni di fabbrica alle spalle, a saldare
fili elettrici all'interno dei televisori,
ed assemblare componenti di radio ad onde medie,
era un tipo estremamamente chiuso e riservato.
Non aveva mai avuto, incredibile, forse, donne.
Amici, in un lontano passato, qualcuno; da molto
tempo, ormai, persi di vista, come in una vita antecedente.
Riparava televisori per conto di un grande
negozio di Milano.
Il suo stipendio era modesto, lui non chiedeva
nulla di più, a patto però che i televisori da
riparare fossero consegnati direttamente a casa sua.
La sua professione la svolgeva in totale solitudine,
ma in sei anni di lavoro, mai nessuno si era lamentato
delle sue riparazioni.



c)   ALCUNE   COSE


In una stanza oramai disabitata,
oscura e disadorna, del largo appartamento
occupato da Ambrogio Melgrati,
c'era un grande comò, una cassettiera
ad otto tiretti, larghissima, ed alta quasi
due metri, di legno antico, ma tutt'altro
che pregiato.
Dentro ogni cassettone, c'era uno scheletro.
Aprendo un cassettone si vedeva uno scheletro
vestito di antichi abiti, belli, di raso rosso
bordò, quelli femminili, ben conservati; più rigorosi
quellli maschili, neri, giacca e pantalone,
e cravatta, antiquati, obsoleti, ma rispettabili,
per via del dignitoso contenuto.
Il cranio ed i capelli, in ordine, anch'essi ben
conservati.
Una nebbiolina, però, all'altezza del volto, non
permetteva di distinguere bene le fessure delle
narici dei cadaveri.
Erano lontani antenati di Ambrogio Melgrati.

d)    LA   CUCINA   PRIMA


Un corridoio diritto, e buio, ma non troppo.
Ai due lati, i vari ingressi delle stanze.
Il primo ingresso, entrando in corridoio, a
sinistra, dava alla cucina.
La cucina di quando c'era ancora tutta la
famiglia al completo: la madre,
donna lombarda moderna e sana, il padre, e
non si sà altro.
In fondo alla cucina, (rettangolare, non molto
spaziosa, ma arredata con buon gusto, e mensole
moderne, come ce ne sono in milioni di case),
una finestra a due battenti, senza tendine,
la tapparella chiusa.
Di sera,il padre di Ambrogio Melgrati, imponeva
a suo figlio, di abbassarla: -Tira giù le clèr!!!
La stanza era nella penombra, nessuno più entrava,
in questa stanza, dal 1975.
Tutto quello che si trovava al suo interno,era
del 1975, od antecedente.
Anche il televisore Brionvega, bello ancor oggi,
pur se ormai datato.
Nel frigo, ancora funzionante, un tetra-pack
piramidale di latte, tipico di quegli anni, ed altre
confezioni di alimenti vari, dal contenuto, oramai,
a dir poco, bizzarro...
Ambrogio Melgrati, comunque, teneva la stanza
ben pulita.

  ( Camillo Catellani; Senza Data, ma 1999 )




  





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