SABATO SERA SULLA TERRA
Tutti fuori.
E fuori dalle discoteche, tanta gente.
Tante belle ragazze, le bruttine si migliorano
come ponno.
Strade; auto dai bei cruscotti pieni di lucine
colorate.
Anche in piazza, sono tutti là, i giovani
bipedi, la razza umana.
Vieni anche tu no io non vengo.
Io resto a casa.
Devo restare a casa, uno come me, in
realtà, tanti come me.
Sabato sera sulla terra, sul pianeta Terra
è sera, è notte, la Vita và, la genìa, di
nascosto si perpetua.
Io ti amavo, ti amo e ti amerò sempre.
Per questo, non esco, non mi và di uscire.
Tu così distante, in tutti i sensi.
Sono affari miei, a tutti i modi.
Sabato sera sulla Terra, stasera le astronavi
del Re della Galassia, non si vedono e
non sono alle viste.
Io non esco, stasera.
Stasera si scrive: si accende una
lampadina nel cervello, il barattolo
di pelati Cirio vuoto è colmo di
penne a sfera, un pizzico di
storace arde e profuma la stanza.
Ma non ho una gran voglia di scrivere.
L'ultima volta che ci siamo visti,
al bar della stazione, tu prendesti
''Un cappuccio'', io malignamente
pensavo '-Ciori nonni, beve ancora
il latte...'.
Poi, qualche cioccolata, ti mancavano
pochi spiccioli, qualche cento lire,
che misi io.
Mi dicesti '-Il tuo miglior pregio
è la bontà...'.
Ed il suo qual'era?
Quante cose ti dissi in venti minuti,
parlavo a ruota libera, forse senza
sapere nemmeno quel che dicevo, ma
ti guardavo e morivo ancora d'amore
per te, friggevo, avrei voluto ancora
baciarti, farti sentire il battito del cuore.
L'unica cosa che tu sapesti dirmi fu:
Quanto manca all'arrivo del treno per
Milano?
Non parlai più, calarono le tenebre
in me, ma sai, in fondo già non
pensavo più a te da tempo.
Non da tanto, avevo altre passioni
che star dietro all'immaturità...
Piangevo?
Non ricordo.
Fu alla fine, quando stavo per dirti
un estremo 'Ti voglio ancora bene'
che mi chiedesti, freddamente,
una sigaretta.
No, sai che fumo solo sigarette nazionali,
oggi ho comprato le N80, se vuoi fumare,
queste ho.
Je t'aimais, je t'aime et je t'aimerai...
Ma d'altronde...
Sabato sera sulla Terra, di tanti anni
e di qualche anno fà, quando mi mettevo
con l'auto non distante da casa tua,
con la speranza, dopo tanti anni, di rivederti,
solo che sbagliai casa, lo feci per diversi
giorni, ma alla fine, non passasti tu,
ma tua madre e tua sorella.
Mi guardarono strano, certo non
benevolmente, come dire, stessa razza,
stesso sangue, una razza marcia, ma
così andò.
Ci furono strani giorni, settimane, mesi,
poi ti rividi, di colpo, una mattina.
E poi non ti vidi più.
Ora passo i miei sabati
sera, in campagna, nei pressi
di fiumi e laghi acquitrinii;
mi fermo a parlare, sotto la
luna, alle rane ed agli astici
delle profondità.
Oppure, mi siedo accanto
alle tane delle lontre, osservandole
sbucare fuori spedite, all'ora
di cacciare la sua prede.
( Camillo Catellani; 4 Gennaio 2014 Sera )
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