AUTOSUFFICIENZA
Aveva le mani ossute, la pelle gialla, nervosa tirata,
ma oramai le mani erano sempre tendenti al bruno.
Fumava forte,senza filtro, accanitamente, e quando
fumava poco, si accontentava di un paio al giorno,
prima di andare a letto.
Alle volte si apriva d'un sorriso a 32 denti, strano
come quello di un lupo, con l'espressione di chi
ne ha viste tante.
Un sorriso nervoso, ma a mano a mano, più pacato,
in fondo Gastone Baldassarre era un filosofo.
Le passioni, le più feroci lo avevano arso fino ai
quaranta anni.
Poi, improvvisamente pago, mutò la sua esistenza.
Vivere, visse bene: donne, amici, vino e le carte,
denari buttati via, tanti, ma ad un certo punto,
cambiò.
Niente più gioco (qualche partitella all'osteria,
senza patemi, una consumazione), niente più
avventure (la sua amica Anna, ormai viveva con
lui, e bere, un pò di vino ai pasti, quando ne aveva
voglia.
Preparava per sè e la sua Anna, dei rosolii, delle
grappe corrette con certi sensi che si faceva
spedire da delle case erboristiche, ed un potente
rabarbaro purgativo, che faceva assumere ai
conoscenti.
Gastone era stato in prigione per due volte:
a diciotto anni per un pugno ad un ufficiale,
che aveva in verità offeso la madre morta, e
dieci anni dopo per una rissa al bar del porto,
dove lui, raggiunto da una sedia alla schiena
aveva rotto una bottiglia in testa ad un ragazzo
che non c'entrava niente.
Totale, un'anno esatto: otto mesi la prima volta,
poco più di quattro la seconda.
Ma erano i risultati di una condotta sempre
spericolata, ai limiti dell'avventura.
Però Gastone era la quintessenza dell'onestà
e della pulizia morale.
Visse e viveva per il gusto di vivere.
Assaporava le cose più semplici, consapevole
che le troppo raffinate non erano per lui.
( Camillo Catellani; Marzo 2004 )
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