martedì 19 novembre 2013

AAY. RESOCONTO DI SANGRUR

RESOCONTO DI SANGRUR

PANAJI






Dattero
Brutta razza marcia e corrotta!
Hai acceso l'incenso, fai il buffone con il turbante,
preghi in piedi con il libro di Guru Nanak,
ma fai ridere.
Cambio di religione da quattro soldi.
Non si improvvisa una Fede.
Sei uno sporco portoghese, non sei un Sikh.
Inutilmente Ranga Rao, il pipistrello delle otto e un quarto,
nella tua casa c'è odore di porco arrosto
e te ne freghi della Danimarca: dici d'odiare il freddo,
ma a me non la fai sotto il naso.

Madame la Geisha, tua moglie indiana del Punjab
non può insegnarti a vivere come noi, anche se ora
i tuoi abiti odorano di Garam Masala.

Ma soffia, soffia il vento, flauto indiano dal
suono falso e stonato, non incanti i bambini
scaltri dai volti affumicati di Panaji.
Sporchi piccoli negri, come i bimbi ammazzati
a Luanda da tuo padre nel 1974.

Senta, gran stronso, innanzitutto io non
sono portoghese ma italiano, di un paese che
si chiama Gambettola, io amo la tua nazione,
amo tua sorella, amo la Masala e a te ti mando
a dar via il culo.
Vallo un pò a prenderlo dove lo prendono le
oche.
Ora ti dico una cosa, e te la dico in tutta
franchezza: voglio portarti su una nave
veloce, a Creta, e venderti a certi mercanti
persiani, per ricavarne un lauto guadagno,
e tornare poi a casa su una comoda nave
sullo sterile mare.

SARDAR

Guarda come esulta, lo stupido danese, come agita
il braccio con forza, come fosse la clava del grande
Odino.
Rivelazioni tragiche di tuo cognato a Sardar.
Tua sorella chiava con Olaf.
Io vado nei bordelli.
Tua moglie ti tradisce con il venditore di manghi
sotto casa, tu fai finta di niente e mediti vendetta
con i tuoi sciocchi amici: Harbans il beccamorto,
Chanda la faccia da cane, Jit il mammalucco e
Madhi l'accattone di Hoshiarpur.

TIRUCHIRAPALLI

Parlare, parlare, sei sempre qui a parlare,
cianciare, e non fai niente.
Cosa credevi che la vita ti avrebbe perdonato?
La tua lingua ora è ferma e secca nella bocca
in quel volto solcato da profonde rughe.
Canzone disperata per te, allegra per me,
facile sai?
La ruota gira, oggi tocca me, domani a te.
E non ci si può fare niente, tu hai la tua
religione arancio Hindù, io tengo la guallera
di Manitù.

 ( Camillo Catellani, 16 Ottobre 2012 Sera )

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