CHISSA...
I.
Strano momento, con te, in macchina, con me.
Non facciamo niente, parliamo, alle volte ti addormenti
leggermente.
Resti alle volte assorta, a contemplare cose che solo
tu vedi.
Bella, sei bella, e anche tanto, ma non ti sfioro che poche volte.
II.
Gli occhi, mi son venuti gialli.
Ma non sono un lupo, non un demone.
E' l'effetto della vita, di una vita
data al vento, un esistenza priva
di gioie, di affetti.
III.
ALZATE D'INGEGNO - CICLOTIMIA
Gli prendeva una strana euforia.
Diceva 'Il tuppè' anzichè 'Il barrè':
i musicisti che avevano anche fare con lui
restavano sbigottiti, alcuni, apertamente,
ridevano.
Altre volte, in discorsi di sesso diceva:
'Sì, ma almeno si formìca' (invece di 'fornica').
Era un entusiasta, però capitava, che dopo un
quarto d'ora, lo vedevi abbattuto, triste e
sconsolato.
La verità, è che Gastolfo, era un vulcano
d'idee, avrebbe voluto fare mille cose,
ma non ne realizzava una, era un tremendo
incostante.
Il vero uomo di casa era la moglie, Nina,
che faceva le cose di casa e quelle che
solitamente spettano agli uomini.
Gastolfo soffriva (?) di una strana sindrome
che lui scherzosamente chiamava 'licantropia',
ed anche 'vampirismo'.
Amava uscire di casa nei giorni di tempo perturbato,
mentre le giornate di sole pieno, lo abbattevano,
specie quando si protraevano ininterrottamente
per più giorni.
Detestava l'estate, mentra adorava l'autunno
inoltrato, le tristi giornate novembrine.
Ed era uno dei pochi al mondo ad amare il
vento, anche quello forte.
Lui diceva 'il vento parla, ed io capisco tutto
quello dice'.
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