DIALOGHI CON AMMASCIO' --- III
Profondità mentale o autismo mentale...
Non ti capisco.
Caro Ammasciò, c'è poco da capire, siamo condannati
a crederci semidei mentre siamo in basso, tanto in basso.
Io non ci faccio caso, a tutti i modi.
Perchè ti accontenti di stare in bassura, la cosa ti piace
e ti da sicurezza.
Sarà anche come dici tu, ma io non ci faccio caso.
Visto come gli anni passano, volano?
Mi sembra una cosa normale, inevitabilmente...
Certo, ma c'è anche chi afferma che il tempo
non esiste, che è un invenzione del genere umano.
Stasera hai bisogno di volare molto in alto eh?
La panchina comincia ad essere fredda, cosa vuoi,
qui nel giardino pubblico le statue bianche e
sporche battono i denti.
Sono affari loro, a tutti i modi.
Sei rustico stasera Ammasciò.
E' il peso delle cose.
Od il peso del Tempo che scorre, perchè anche
per te scorre velocemente, tanto più velocemente
quanto ti comporti da orso, satiro e intrattabile.
Casomai, incostante.
Anche, certo, anche...
Mi ricordo quando ero ragazzo, aspettavo gli amici
seduto sul muretto di recinzione della villa dei
Conti Cottini, lungo il Corso; avevo una radio a transistor
regalo di Natale di un mio zio che stava in Olanda,
e mi viene in mente Girl dei Beatles, che ascoltavo
da Radio Lussemburgo, in Onde Medie;
gli amici ancora non venivano,
ottobre era ancora caldo, l'imbrunire pieno di stelle,
il Corso illuminato sì, ma non ancora abbagliante
come oggi, le lampade dei lampioni erano deboli,
la penombra era diffusa, mi sentivo bene.
Cosa ti manca per non ripetere quelle esperienze,
in fondo puoi ricreare artificiosamente un atmosfera.
Hai detto bene, artificiosamente; non è lo stesso,
niente è più lo stesso.
Credo dipenda dall'età.
No, non solo da quella; oggi l'attesa si è tramutata
in ansia, ma più spesso, in indifferenza, quasi avessi
piacere che i vecchi amici non vengano più
a sedersi con me.
Mi trovi d'accordo, Ammasciò, perchè lo dici ad uno che
lo capisce; ma tu dimmi una cosa, e dilla in tutta franchezza,
come mai non partisti, emigrando, come tutti i nostri amici
quando le cose qui da noi, sfasciarono?
Semplice, davvero: credimi, se ti riesce, perchè sono
sicuro che mi capisci: non sono mai stato ambizioso,
a me piaceva ripetere i giorni, tutti uguali, le azioni,
i luoghi, gli amici, il cielo ed i suoi tramonti, i suoi
orizzonti immutabili, sempre; non volevo mutare
gli scenari abituali della mia infanzia, della mia
gioventù; Mi dicono che conduco una vita se non
misera, certo molto anonìma, senza moglie,
senza figli, senza amici e senza un lavoro.
Ma tu non vivi d'aria, lo so bene...
Infatti, io non vivo d'aria, però, quel poco che ho
mi basta, me lo faccio bastare, per il resto
la mia vita è gran parte mentale.
Come me, Ammasciò, proprio come me...
Vero; ho sempre amato una vita di contemplazione,
perdermi nei pensieri, nel formidabile previlegio
dell'osservazione passiva, del rifiuto, se non
vero e proprio disprezzo, per una vita di movimento
e di lotta, ecco perchè sono qui, dopo tanti anni,
sempre lo stesso, con i miei baffoni alla Village
People, magari oggi bianchi, un tempo nerissimi,
e la pancetta prominente...
Sono come te, Ammasciò, anche io non ho mai
ceduto alle sirene e alle lusinghe del Mondo...
( Camillo Catellani, 24 Ottobre 2012 Sera )
Profondità mentale o autismo mentale...
Non ti capisco.
Caro Ammasciò, c'è poco da capire, siamo condannati
a crederci semidei mentre siamo in basso, tanto in basso.
Io non ci faccio caso, a tutti i modi.
Perchè ti accontenti di stare in bassura, la cosa ti piace
e ti da sicurezza.
Sarà anche come dici tu, ma io non ci faccio caso.
Visto come gli anni passano, volano?
Mi sembra una cosa normale, inevitabilmente...
Certo, ma c'è anche chi afferma che il tempo
non esiste, che è un invenzione del genere umano.
Stasera hai bisogno di volare molto in alto eh?
La panchina comincia ad essere fredda, cosa vuoi,
qui nel giardino pubblico le statue bianche e
sporche battono i denti.
Sono affari loro, a tutti i modi.
Sei rustico stasera Ammasciò.
E' il peso delle cose.
Od il peso del Tempo che scorre, perchè anche
per te scorre velocemente, tanto più velocemente
quanto ti comporti da orso, satiro e intrattabile.
Casomai, incostante.
Anche, certo, anche...
Mi ricordo quando ero ragazzo, aspettavo gli amici
seduto sul muretto di recinzione della villa dei
Conti Cottini, lungo il Corso; avevo una radio a transistor
regalo di Natale di un mio zio che stava in Olanda,
e mi viene in mente Girl dei Beatles, che ascoltavo
da Radio Lussemburgo, in Onde Medie;
gli amici ancora non venivano,
ottobre era ancora caldo, l'imbrunire pieno di stelle,
il Corso illuminato sì, ma non ancora abbagliante
come oggi, le lampade dei lampioni erano deboli,
la penombra era diffusa, mi sentivo bene.
Cosa ti manca per non ripetere quelle esperienze,
in fondo puoi ricreare artificiosamente un atmosfera.
Hai detto bene, artificiosamente; non è lo stesso,
niente è più lo stesso.
Credo dipenda dall'età.
No, non solo da quella; oggi l'attesa si è tramutata
in ansia, ma più spesso, in indifferenza, quasi avessi
piacere che i vecchi amici non vengano più
a sedersi con me.
Mi trovi d'accordo, Ammasciò, perchè lo dici ad uno che
lo capisce; ma tu dimmi una cosa, e dilla in tutta franchezza,
come mai non partisti, emigrando, come tutti i nostri amici
quando le cose qui da noi, sfasciarono?
Semplice, davvero: credimi, se ti riesce, perchè sono
sicuro che mi capisci: non sono mai stato ambizioso,
a me piaceva ripetere i giorni, tutti uguali, le azioni,
i luoghi, gli amici, il cielo ed i suoi tramonti, i suoi
orizzonti immutabili, sempre; non volevo mutare
gli scenari abituali della mia infanzia, della mia
gioventù; Mi dicono che conduco una vita se non
misera, certo molto anonìma, senza moglie,
senza figli, senza amici e senza un lavoro.
Ma tu non vivi d'aria, lo so bene...
Infatti, io non vivo d'aria, però, quel poco che ho
mi basta, me lo faccio bastare, per il resto
la mia vita è gran parte mentale.
Come me, Ammasciò, proprio come me...
Vero; ho sempre amato una vita di contemplazione,
perdermi nei pensieri, nel formidabile previlegio
dell'osservazione passiva, del rifiuto, se non
vero e proprio disprezzo, per una vita di movimento
e di lotta, ecco perchè sono qui, dopo tanti anni,
sempre lo stesso, con i miei baffoni alla Village
People, magari oggi bianchi, un tempo nerissimi,
e la pancetta prominente...
Sono come te, Ammasciò, anche io non ho mai
ceduto alle sirene e alle lusinghe del Mondo...
( Camillo Catellani, 24 Ottobre 2012 Sera )
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