sabato 30 aprile 2016

ASZ. CANZONI E COMMENTI Alcuni miei commenti su Youtube

CANZONI E COMMENTI

Alcuni miei commenti su Youtube


GLI ALUNNI DEL SOLE - I TUOI SILENZI (45 giri-1974)

Ci sono canzoni dalle melodie inafferrabili, della mia infanzia e prima adolescenza, canzoni dimenticate della meta' dei '70, canzoni sentite una, due, tre volte, e poi, mai piu', canzoni di cui pero' conservo un ricordo 'subliminale', a cui torno ogni tanto, 'chissa' chi cantava quella canzone di cui non ricordo nulla, quella canzone che mi ricorda una spiaggia ed un mare di aprile, ancora freddi, del vento forte, delle orme di topi sulla sabbia bagnata, di legnetti portati dal fiume'... Questa canzone, fa' senza meno parte di quelle 'dimenticate', ma di cui evidentemente conservo un ricordo inconscio che non muore: la melodia la ricordo vagamente, ed è strabiliante, il potere evocativo della musica, che avvicina l'anima al paradiso...
 I NEW TROLLS - UT (LP-1972)

Scoperta nella primavera del 1987, in pochi giorni scoprii anche 'Senza Orario Senza Bandiera' e 'Noi ci Saremo' dei Nomadi (1977), Primavera 1987.


I NOMADI - NOI CI SAREMO (LP-1977)

E' stata una bella sorpresa trovare l'intero LP (o meglio CD) qui sul tubo, non ci speravo più: il mio vinile non lo metto su da tanti anni...
LP scoperto da me nella formidabile primavera 1987, a 19 anni, assieme ad UT e Senza Orario Senza Bandiera dei New Trolls, fu un periodo formidabile in cui scoprii il Progressive Italiano Anni '70 e appunto questo capolavoro assoluto dei Nomadi.
Però c'è da dire che il Fiore Nero l'avevo sicuramente sentita
all'epoca della sua uscita, da bambino, 10 anni prima.
 LE ORME - MARINAI (45 giri-1982)

Aldo Tegliapietra, Alvaro Fella, Francesco Di Giacomo, Augusto Daolio, Mauro Pagani e il più grande di tutti, Demetrio Stratos: le voci della mia infanzia e gioventù, voci incommensurabilmente belle, piene, appaganti, immortali, eterne, perchè la morte non può cancellare l'Arte e le Idee.

venerdì 29 aprile 2016

ASY. QUALCOSA, QUALCUNO

QUALCOSA, QUALCUNO

Parco di San Benedetto, al Porto,
scende lentamente la sera, metà
luglio, il Momo, il Reza, ed altri
stanno chiacchierando in attesa
della cena.
Dalla caravana del Momo, l'Ombretta
stà terminando di cucinare il minestrone.
Molto parmigiano versa da un piatto
nella pentola a bollore.
Sinti reggiani.
Dallo skoter dei Fratelli Mundadòr,
suona 'Qualcosa, Qualcuno' di Tozzi.
L'aria è incredibilmente limpida,
il mare che appena s'intravede,
è piatto, d'un blu scuro ed intenso,
quasi nero.
E' spuntata una luna aguzza, e qualche
stella nel cielo che si fà scuro pian piano,

timidamente spunta.
Un pò distante, vedo tutta la scena,
ormai ho quasi 12 anni, tra poco apriranno
tutti gli altri mestieri.

Dopo quasi 40 anni, quando riascolto questa 

canzone mi sembra di risentire le voci, i profumi, 
le sensazioni e l'atmosfera di quel momento
indescrivibile, rivedo chi non c'è più.

  ( Camillo Catellani; 28 Aprile 2016 Sera )



domenica 24 aprile 2016

ASW. 10 MAGGIO 1986


   10 MAGGIO 1986

Gioventù, 18 anni, ma a che serve vivere così,
insensibilmente, senza scopi, senza ambizioni.
Musica di pianoforte, nella torrida penombra
arcana di un pomeriggio di luglio, scoprire
silenzi e pause di un'esistenza libera e piatta.
Senza sussulti.
Abituarsi presto a non lasciar trasparire le
emozioni, apparire austeri agli occhi della
gente, essere seri.
La vista l'angolai, ma ci vedevo sempre
poco chiaro, alzata di sguardo, e via,
nuova città, pensando sempre là,
l'eterno dualismo, essere o non essere
sbagliati, inadeguati, indecisi.
E' dura ricominciare, ripartire da zero,
inizia il temutissimo periodo del Dopo,
in fondo il 10 Maggio, resta scolpito
nella memoria, come una nuova nascita.
Un anno e mezzo dopo, ce ne sarebbe
stata un'altra...
Uè femmene femmene, pomeriggio caldo
e secco, la nuova nascita con le solite
cose, il solito lavoro, mini-incensi
odorissimi, calore e sensazioni di
distacco senza compensazioni.



  ( Camillo Catellani; 24 Aprile 2016 Mattina )



























ASV. IL BEL SOLE DI PIAZZA PLEBISCITO


   IL BEL SOLE DI PIAZZA PLEBISCITO


Essere lontani, il quotidiano, il solito
tran-tran, le solite facce, essere distanti,
una canzone di forte presa, ma siamo così
lontani.
Incenso al sandalo brucia, Pescara Sud,
'Ho difeso il mio amore'; passare il tempo
in compagnia di un disperato, le storie
di vita, le vere, le reali, e le mie
sciocchezze, pensieri ricorrenti, fissazioni
assurde, mancanze varie, d'amore, di cibo
di emozioni.
'Vai via, cosa vuoi', resta il dubbio di
un'amore platonico che sà di incenso alla
citronella '-Ma sembra sapone!', e così
la poesia mia si infrange coste un pozzo
di incertezza.
Forse la mia...
L'ultimo giorno ad Ortona, maggio splendido,
le foto, la salitella di Via Arcangelo
Ciampoli, il saluto, la simpatia, un
cugino in visita, la partenza senza magoni
e senza sorrisi, la bella XY, stupida e
distante, ed un rimpianto infinito: l'amore?
No: il fantastico peperoncino affumicato
del mercato coperto.

  ( Camillo Catellani; 24 Aprile 2016 Mattina )






















sabato 16 aprile 2016

ASU. ISTONIUM

ISTONIUM (Città del Vasto)

 Il mare.
Che vedevo dal paese, bello
ampio, grande, di Vasto, che
portento di azzurri e bianchi
brillanti, e scaglie palpitanti.

Il sole, che a picco di mezzodì
picchiava morbido, per San Michele
afoso, ma solo un pò, profumava
dei gigli, tuberose dal paese.

Il verde delle campagne e del burrone
che dal paese, declina al mare
lo senti lentamente mormorare,
le voci di Natura, mute, arcane.

Le formiche del suolo terroso
del belevedere d'Istonio
operose portano briciole di pane,
ma io sgomento per una strana
visione: un bastoncino vivente
s'agita nella mia mano: meravglia
del Creato: un insetto stecco
io rimiro estasiato.

   ( Camillo Catellani; 16 Aprile 2016 Sera )













lunedì 11 aprile 2016

AST. NEIGHBORHOOD


 NEIGHBORHOOD


Amhránaíocht na darkens ghrian
imirt ar na ballaí.
Violins sa tóir ar an bogha
na niggers ina ghetto.
Pas an capaill bán
os a gcionn, marascail macánta.
Pounding falsa corcra
Is cuimhin liom ar scoil i bhfad i gcéin.  


(San Benedetto del Tronto, Samhradh 1984)


lunedì 4 aprile 2016

ASR. QUARTO DA CAPO


 QUARTO DA CAPO


Da quassù, da Quarto da Capo,
vedo la vasta vallata del Sangro.
Il mio sguardo si perde
nelle zone più buie
mentre le luci che amo
son quelle più fioche,
misteriose.
Come fossero stelle lontane
milioni d'anni luce
cadute sul mondo.

I primi d'ottobre
portano brividi
sulle braccia ancora
scoperte;
la sigaretta mi disturba
tremo di freddo,
devo orinare.
La grande vallata pullula
di luci bianche, gialle e
turchine, sono silenti
e mute.
Ed intanto, leggermente,
piove.

   ( Camillo Catellani; 4 Ottobre 2010 )






















ASQ. ABITO ACCANTO UN'OFFICINA


ABITO ACCANTO UN'OFFICINA


Che molando del ferro
manda lapilli abbondanti
nell'imbrunire di sera
del viale solitario.

A pianterreno, la mia
casetta è umida;
dalla finestra di sinistra
osservo, di coltello, il lavorìo
d'una parte dell'officina.
Rumori, vapori, un garzone
in tuta, unto e nero di
grasso, con la cicca in bocca.

Su d'un mobile basso e largo
tengo un baracchino ed un
ricevitore in Onde Corte.
Dalla banda CB m'arrivano
voci di camionisti
in movimento sulle
strade urbane.
La sera s'appressa tranquilla
ceno con degli spaghetti con
alici, e l'aglio fritto in modo
leggero, spende profumi
antichi e fragranti.
Il mio cagnetto dorme beato
sul tappetino a lato della
mia poltona.
Dopo cena resto a luci spente:
dai lampioni gialli, entra luce
soffusa, mentre dalla radio
ora sento marinai al largo
con le loro motonavi.
Vanno a pescare con le lampare:
si sente in sottofondo,
il rumore dei motori sotto sforzo.
Mi concedo una Super senza Filtro,
e senza affanni nè cattivi pensieri,
vado a nanna.

    ( Camillo Catellani; 4 Ottobre 2010 )