I.
Nella testa, tanti pensieri, come verdi
e tenere foglie, nate da poco, le venature
fragili, la clorofilla fresca.
Voler bene, e scriverlo in codice, un tempo
era bello, si poteva fare, la gioventù erano
aliti senza odore, corpi candidi senza
malizia, le stelle turchine nel cielo di
sera, imbrunire antico, bello, riposante.
Oggi, una verde ira accompagna, sorda,
ogni mio gesto, neppure il ricordo dei
miei amori, delle ragazze dalla pelle
di luna, di amici sinceri che adorai,
di cose perdute racchiuse nel cuore,
neppure quello, riesce a mitigare
la mia rabbia senza sbocchi.
II.
Sono tornato dopo tanti anni, nella vecchia
casa in Via ....
In pieno giorno, le stanze vuote, paiono buie,
ragnatele in numero impressionante, enormi,
secche, e secchi stecchiti, i rimasugli di innominabili
pasti aracnidi.
Se non fosse per le mie troppe letture, Poe e Lovecraft
in testa, non troverei nulla di abominevole, ma
neppure di poetico, in questa vecchia stamberga
del XIX° secolo.
Ricordo di aver lasciato, nel mio personale
gabinetto di letture e scrittura, un baule di
quaderni, con le mie primeve passioni, amici,
gite fuori porta emozionanti, i primi teneri
baci ed i primi scambi, vita camionale: il mio
lavoro girovago, il tabacco da naso comprato
qua e là.
Ma mai, avrei immaginato di ritrovare il piccolo
blocchetto, con gli scritti di Patrizia ....., mio
unico vero, grande amore, i miei diciott'anni
da infelice, e poi, lei, all'improvviso, per ridarmi
la vita.
La luce dei suoi occhi, lo sguardo sincero, pulito,
un pò frivolo, un pò pazzo, ed un corpo esile
ma caldo, preciso, per i primi abbracci sotto
il sole tiepido d'aprile.
Incontrarsi e dirsi addio, non essere
stato capace di trattenerla, non aver
avuto il coraggio di seguirla, nel suo
emigrare, anche lei, verso altre terre,
altri mondi.
SPARARE AGLI ANGELI
La licenza di caccia, non ti da il permesso di
sparare agli angioli.
Sempre ammesso, tu ne veda uno in cielo
lì, che svolazza.
Ma in cielo, svolazzano solo gli asini, ed
i somari come te, imbecille!
UNA VITA DA INETTO
Una persona da poco, un inetto, obliato
dal mondo, un minchione, un rejetto.
Splendido mattino di sole al mare, non
uscire, restare in albergo, a leggere, e
a guardare, assorto, le figure del Libro
dei Sogni, i sogni figurati, il neonato in
fasce, le ossa di morto, e la bella coppia
sulla spider scoperta, i capelli al vento di
lei.
Un inetto, si sà, si crogiuola sempre con
piacere nelle sue miserie, nelle sue minime
storie, le sue ristrettezze, la micragna di
ogni giorno, la mediocrità assunta ad
elmo e uno scudo, una corazza di
mediocrità.
Tirare avanti, giorno dopo giorno, in
un eterno presente, senza passato
e senza futuro, vivere per vivere,
lasciarsi vivere, lasciarsi attraversare
dalla Vita...
( Camillo Catellani; Gennaio 2016 Mattina )
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