mercoledì 9 dicembre 2015

ARP. SEMPRE INSIEME (Tu e la Giovanna)

SEMPRE INSIEME  (Tu e la Giovanna)

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Neri i suoi corvini, non lisci.
Ma il riflesso tradisce l'ascendente.
Come ci si sente, dopo un bagno
venti giorni senza lavarsi, Dettol
Tura, Chandrika e Lanza Bucato,
Mekako, IKB, Crusader, Perla, Sole
Bucato, Camay senza profumo francese
(se non è francese sarà inglese, o
portoghese), lavata la schiena, dopo
lavati i piedi.
Ma un amico non fà caso alla pulizia
esteriore, quella interiore solo conta.
Hai pianto sulle mie spalle, te ne prego
riprenditi, Piccola Venere, sei bella,
bel cùl vèh...

Ho ammazzato la mia donna, non
chiedermi perchè, era bella, una
madonna, era beeeeellaaaaaaa...
Il 9 aprile 1976, nella periferia di Milano,
i carrozzoni erano nel grande campo di
Quarto Mornelli, circo e luna-park a pochi
metri.
Cartelloni pubblitari enormi lungo la
strada, manifesti elettorali, simboli
politici.
Io ed il Davide Bescapè, figlio del Primo
Bescapè, guardavamo un cartello
affascinante: un libro con sopra un
sole nascente ed una scritta, Socialismo.
Falce e Martello, dove avevo già visto
quel disegno?
Com'era bella la Giovanna Bescapè,
com'era paziente, io ne ero sempre
profondamente innammorato.
Ricordo il primo bacio dato, nel sedile
posteriore della 850 di mio padre,
all'imbrunire, in fondo a quel campo
di fango, alla fine di Garlasco, lei
all'improvviso mi dice 'Ci tignamo'?
Io non capivo, 'ci baciamo'?

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Più tardi, nel tempo, che sempre
inesorabile scorre (e corre), a
Gallarate, avevamo vent'anni,
io venivo a farti compagnia,
tu eri in caravana a rifare i letti,
'Dai su, fammi finire di fare i
servizi, che torna mia madre'.
Ma una domenica mattina,
i tuoi in mestiere, io ero
carico, perchè domani
si partiva per Vieste, e mio
padre voleva un giorno di
riposo totale, per il viaggio
massacrante, tu a bruciapelo,
mi dicesti, nella tua campina:
'Gussiamo'?
Tu lo avevi già fatto altre volte,
per me fu la prima.
A Scandiano, per scherzo, ti
dissi, putrido, 'Vado con le
scaie', e tu urtata 'Mi fai schifo'.


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Oggi, non so, se io, feci bene a
saltarti addosso o scappare via.
Oggi credo di sapere che la scaia
eri tu, ed io sono sempre quello
di un tempo...
Mi dicono 'irresoluto', 'gran finocchio',
'donnaiuolo da strapazzo', 'leccafighe',
mentre la verità è una sola: io ti ho
sempre amata, e morivo per te,
bella la mia Giovanna Bescapè.
Ma fino a quel maledetto giorno,
perchè sognavo, io volevo prima
sfiorare la tua pelle fantastica,
liscia e vellutè, Giovanna Bescapè.
Come una pitonessa dei caruggi,
a Genova, al tuo matrimonio, che
per me fu peggio di un mortorio,
al bacio degli sposi, stavo per
cacciar di fuori il gran pasto
al ristorante.
Le chele a me non piacciono,
lo trovo un piatto triviale,
il velo bianco non ti dona,
il verginello, il romantico,
non ti merita, tu prendesti
l'Uomo di Valore, l'Uomo
con i Cogliononi, voi ora
siete gli Eletti, la Nuova
Coppia.

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Stammi accanto, tu che avevi i capelli
belli, riflessi rossi, il riflesso dice tutto,
i tuoi capelli non lisci, erano il tuo
documento in nero.
Io ti ho insegnato ad amare, il mio
primo bacio, bacio di pantera, ti
aprì il mondo, poi tu provasti il
sesso, quello vero, l'appagante
il pieno.
Ma l'amore eterno di due mani
che si avvinghiano, sempre
rimpiangi.
Ma è ormai tardi.
Sempre più tardi.

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   ( Camillo Catellani; 9 Dicembre 2015 )

























































































































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