In giro, per le strade deserte di periferia,
a metà mattina, mentre tutta la gente è
a lavoro, girovagare, penzolare, di qui
e di là, senza niente da fare, niente da
pensare, senza un soldo in tasca, e
nessuna voglia di lavorare.
Passa un conoscente, mi vede, anzichè
salutarmi, scuote vistosamente la testa.
So già cosa pensa, di me penserà che
sono un lavativo, uno scansafatiche,
un perdigiorno, un poco di buono,
un pelandrone.
Certo, in questa città, per un ragazzo
della mia età, non lavorare è davvero
difficile.
Ma io non ho voglia di passare la mia
vita rinchiuso in una fabbrica, otto
ore al giorno, e magari poi fare anche
dello straordinario, per chi, per un
padrone che ingrassa sempre più,
sulle spalle dei lavoratori?
Perchè mio nonno, mio padre e i
miei zii, sono stati lavoratori sfruttati
e mal pagati, senza alcun diritto, e
mia nonna, in risaia, si rompeva
la schiena, per quattro soldi.
Io questa vita non voglio farla.
E' bella la città, a maggio, il caldo tepore
dell'aria di primavera, rende felici, fà
sognare.
Non posso condividere le mie sensazioni
con i miei coetanei, anche i bar a quest'ora
sono vuoti.
C'è una nuova consapevolezza in me,
una nuova determinazione.
Andrò via dalla mia città, che non mi
vuole già più.
Roberto, Reggio Emilia 14 Maggio 1975
Nessun commento:
Posta un commento