giovedì 3 ottobre 2013

AAC. LE SENSAZIONI DI ROBERTO (MONDO OPERAIO)



 In giro, per le strade deserte di periferia,

 a metà mattina, mentre tutta la gente è
 a lavoro, girovagare, penzolare, di qui
 e di là, senza niente da fare, niente da
 pensare, senza un soldo in tasca, e
 nessuna voglia di lavorare.
 Passa un conoscente, mi vede, anzichè
 salutarmi, scuote vistosamente la testa.
 So già cosa pensa, di me penserà che
 sono un lavativo, uno scansafatiche,
 un perdigiorno, un poco di buono,
 un pelandrone.
 Certo, in questa città, per un ragazzo
 della mia età, non lavorare è davvero
 difficile.
 Ma io non ho voglia di passare la mia
 vita rinchiuso in una fabbrica, otto
 ore al giorno, e magari poi fare anche
 dello straordinario, per chi, per un
 padrone che ingrassa sempre più,
 sulle spalle dei lavoratori?
 Perchè mio nonno, mio padre e i
 miei zii, sono stati lavoratori sfruttati
 e mal pagati, senza alcun diritto, e
 mia nonna, in risaia, si rompeva
 la schiena, per quattro soldi.
 Io questa vita non voglio farla.
 E' bella la città, a maggio, il caldo tepore
 dell'aria di primavera, rende felici, fà
 sognare.
 Non posso condividere le mie sensazioni
 con i miei coetanei, anche i bar a quest'ora
 sono vuoti.
 C'è una nuova consapevolezza in me,
 una nuova determinazione.
 Andrò via dalla mia città, che non mi
 vuole già più.

  Roberto, Reggio Emilia 14 Maggio 1975














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