|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||| Cronache, resoconti, scritti, poesie, pensieri, ricordi, descrizioni d'ambiente, della mia vita, della vostra vita, della vita: la vita. ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
martedì 27 ottobre 2015
ARB. IL DIRITTO DI VIVERE
ARB. IL DIRITTO DI VIVERE
Cosa vorresti, tu, ora, idiota!
Cosa pretenderesti, cosa sei geloso, iroso
verde di rabbia furibonda ed inconcludente,
inerte come calce spenta.
Il frastuono della calce del sinto, ti frastorna
e ti trasforma in un essere remissivo, Lui ha
la donna e tu una coppia di 'bballe.
Ora, sono passati due anni, cosa
vorrebbe quel lì, nel giardino dello
spino, ci sei tu, al di là delle stelle,
ci sei tu, sempre tu, solo tu, ma
da solo, non hai ancora una donna,
sei single, è un tuo diritto, tu che
quasi sempre hai fatto nazione
per teh stesso.
Anche tu, hai il diritto di vivere,
anche tu ora puoi respirare all'aria
verde, la novità dura tre giorni, certe
volte, lo spazio di un mattino.
L'uomo è cacciatore, ora, tu puoi
vivere un giorno nuovo, il tuo giorno
nuovo.
Per pietà, ch'io mi innamori di perdute
genti, era un tempo il tempo felice:
adesso è il tempo di silenzi asciutti,
sapide esperienze nuove, le cassettiere
in noce spandono profumi lignei secchi,
precisi, ora le utopie del Domani sono
possibili, il suo piagnucolante ardire,
pietoso, non trova riscontro: la pietà
che non ebbe, tu non cellhai.
Tu pretendi, non puoi, cosa vorresti,
adesso, cosa vorresti che facesse...
( Camillo Catellani; 27 Ottobre 2015 )
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